“A Natale siamo tutti più buoni”, ma anche più tristi a quanto pare.
No, non sono io a dirlo, ma pare esservi una sempre più stretta correlazione tra festività e inconscio collettivo, con tutto quello che ne consegue a livello umorale.
Personalmente ho vissuto anni a detestare qualsivoglia ricorrenza, e so bene quanto diffusa sia la depressione pre e post natalizia. Perciò, se anche tu, come me anni fa, avverti una sorta di maremoto emotivo in questo periodo, mantieni la calma e non disperare. Non sei sola.
Un tempo mi veniva detto che “la vivevo così” perchè la mia era un’anima troppo sensibile.
Ma cosa significherà poi essere sensibili? Io negli anni l’ho tradotto più o meno così: quell’eterna spada di Damocle in testa che ti fa percepire forte e intenso un momento di gioia, tanto quanto ti porta nel baratro un accadimento di dolore. Però, come sempre, c’è il rovescio della medaglia: quella sensibilità può diventare la tua più grande forza ad una condizione, FARTELA AMICA.
Bene, allora passiamo alla pratica: come ormai sai, insisto molto sul tema del “risveglio della coscienza”, ovvero sull’importanza di sviluppare una coscienza nuova , dalla cui prospettiva gli eventi non ci appaiono più come subiti, ma elaborati con discernimento e soprattutto responsabilità.
Ma partiamo dalla domanda delle domande: perchè a Natale sembra esserci un picco di tristezza?
Provo a riassumere in un elenco quelli che ho riscontrato essere tra i segnali più comuni:
- aspettative irrealistiche legate a questa (come ad altre) festività e spesso espresse in domande del tipo: – mi divertirò? sarò tanto fortunata/o da vivere giornate piene e spensierate, in compagnia di tanta bella gente che “mi farà stare bene”? – ;
- mentre tutt’intorno si illumina a festa e in tanti esibiscono i trofei collezionati nell’anno che si sta per concludere, tu sei lì sconsolata a tener traccia dei tuoi fallimenti, ripensando a tutte le situazioni della tua vita che reputi stagnanti o al capolinea: il lavoro che non ti soddisfa, le relazioni che si avvicendano complicate e nevrotiche, la fine di un matrimonio o la separazione, la perdita del lavoro o la forma fisica che non riesci a raggiungere;
- oppure, potrebbe capitarti di dare ancor più enfasi ad eventuali preoccupazioni sul piano della salute psicofisica o legate alla malattia di un caro. In altri casi ancora si tratta di acuire il senso di vuoto e mancanza che imperversa nei giorni di festa, in chi ha vissuto un lutto importante.
- No, non è finita: ad inasprire tanto malessere, s’aggiunge elencato il sottofondo, piuttosto molesto, della nevrosi collettiva da acquisti compulsivi, shopping sfrenato e ogni sorta di diavoleria ravvivata a regola d’arte da pubblicità regresso e manifesti di vita famigliare immancabilmente dorata, armoniosa, stretta in un abbraccio di miele attorno alle luci dell’albero di Natale. Questo , se stai soffrendo già di tuo, fa da cassa di risonanza impietosa, alzando a dismisura il volume di quel frastuono che ti porti dentro già da un po’.
Come se ne esce? Ho deciso di condividere con te alcuni imput che per me più volte hanno fatto la differenza. Come sempre, prendili se “ti risuonano”altrimenti, segui la tua pancia.
- Limitati semplicemente, ad osservare questa del Natale, come fosse una pellicola cinematografica che sì, in parte hai contribuito a creare. Hai presente quando ti siedi al cinema? Tu ti adagi in poltrona e ti metti a guardare il film mentre scorre…e sì, talvolta quello che vedi sembra esattamente il film della tua vita, ma altre volte puoi tranquillamente sentire quanto non ti appartiene. Bene, limitati ad osservare tutto questo: la frenesia degli altri e la tua, le corse e il ruggito di una massa che sembra impazzita e di corsa, le luci e il loro fascino. Ed osserva altresì come si muovono al tuo interno sentimenti come: l’invidia, la gelosia, la rabbia o perchè no, l’euforia. O S S E R V A e basta. Non intrometterti con alcun giudizio o interpretazione della mente. Tutto quel che ti viene richiesto è di essere un osservatore esterno e cosciente, libero dal bisogno di identificarti con i pensieri che ti frullano in testa.
- Evita di stereotiparti- che per me equivale a uscire dall’ipocrisia del “siamo tutti più buoni” per abbracciare il più maturo gesto di accogliere, semplicemente quel che si muove dentro di te. Non devi forzarti a uscire e far baldoria se non ne hai voglia, non devi sentirti a disagio se gli altri ridono mentre tu te ne staresti chiusa in camera ad ammazzarti di pianti. Piangi e basta. Finchè lo senti, finchè ne hai voglia. Chissà che dopo averlo fatto, spontaneamente, non ti venga voglia di prendere una cioccolata calda con quell’unica amica che su dieci, senti più vicina al tuo cuore.
- Non fermarti alle apparenze, sviluppa uno spirito critico: ti infastidisce la corsa ai regali perchè preferiresti cavarti fuori da questo delirio di massa? Bene, rompi le regole: inizia con il chiederti con onestà da dove nasce questo fastidio? Forse senti il peso del “dover fare”, “dover corrispondere”, ” dover ricambiare”? E se si, cosa accadrebbe se eliminassi quel “devo”sostituendolo con un bel posso/potrei? Lo senti il respiro come si distende? Per esempio, togli energia a quel che accade ” fuori” e prova a portare attenzione all’interno…cosa potresti regalare a te stessa invece? Bada bene che non sto parlando del nuovo profumo fresco di pubblicità di cui ti parla l’ennesima influencer.
- L’ albero di Natale ti viene in aiuto. Eh già questa magari non te l’aspettavi, ma conoscere l’origine di certe tradizioni spesso è la chiave. L’uso di allestire e addobbare un albero infatti non appartiene al cristianesimo ma ad un retaggio pagano legato al ritorno della luce, della vita . Non è un caso che siamo a cavallo con il solstizio d’inverno : il 21 dicembre vivremo il giorno più corto dell’anno ma anche il più buio. Si tratta di un momento in cui l’oscurità raggiunge il suo massimo nel nostro emisfero .
Ci vorranno solo tre giorni prima che l’asse terrestre riprenda il suo moto in direzione contraria, ed è per questo che la notte della vigilia del Natale celebrata il 24 dicembre, mostra nel suo significato autentico e spirituale, il ritorno alla luce. Non solo dunque la nascita di un grande Maestro, Cristo, ma in generale il “ritorno” e la scoperta della scintilla divina in ognuno di noi.
In un’ intervista del 1957 il grande Jung, individua nell’albero di Natale uno straordinario simbolo alchemico del “processo di individuazione” , che riguarda il proprio Sé più profondo. Cioè immagina solo te e l’Albero illuminato al tuo cospetto: in questa dimensione di preziosa solitudine spirituale, tutto quel che ti viene mostrato è l’immagine di radici forti che lo ancorano alla terra ma con rami che si slanciano nel cielo.
Ecco le parole di Jung che riporto qui dalla sua intervista:
[…] l’albero decorato e illuminato, si ritrova anche indipendentemente dalla natività di Cristo e anzi in contesti non cristiani. Per esempio nell’alchimia, quell’inesauribile inesauribile riserva dei simboli dell’antichità […]
[…] il significato dei globi lucenti che appendiamo all’albero di Natale: non sono altro che i corpi celesti, il sole, la luna, le stelle. l’albero di Natale è l’albero cosmico. Ma, come mostra chiaramente il simbolismo alchemico, è anche un simbolo della trasformazione, un simbolo del processo di autorealizzazione. Secondo talune fonti alchemiche, l’adepto si arrampica sull’albero: un motivo sciamanico antichissimo. Lo sciamano, in stato estatico, sale sull’albero magico poer raggiungere il mondo superiore, dove troverà il suo vero essere. Arrampicandosi sull’albero magico, che è al tempo stesso l’albero della conoscenza, egli si impossessa della propria personalità spirituale.
[…] Carl Gustav Jung
Non è forse meraviglioso?

- Indipendentemente da come osservi muoversi gli altri, sappi che il Natale è in assoluto il momento che suggella la tua relazione più importante. Com’è il rapporto che hai con la persona più importante della tua vita (inutile sottolinearti che non mi riferisco a madre, padre, fidanzati, animali) ? Sto parlando di te stessa. Se non sai neanche come risponderti inizia proprio da qui…d’altronde, se non sai chi sei , come puoi pensare di gestire le emozioni che ti sembra di non controllare? Prendi un bel quaderno ed inizia ad annotare e buttar giù quel che ti risponderesti a questa domanda. E che il tuo mantra di questi giorni diventi, sono libera dal delirio, sono al sicuro dentro di me.
- dedica del tempo al riposo, a un hobby o una passione . Riconnettiti alla tua bambina interiore: nessun’altra al mondo conosce la chiave per vivere secondo le tue regole. Non è mai troppo tardi per sentirsi bambini. Io in questo periodo assalto i negozi di giocattoli per fare il pieno di giocosità e bellezza per esempio.
Inizia una nuova lettura scegliendo il tema che più ti risulta utile in questo momento e predisponi lo spazio per farlo munendoti di una coperta calda, una tisana aromatica e olio essenziale di cannella ( nei tempi più critici ne consumavo pacchi) : è davvero potente il suo effetto sull’umore. Se ti va, diffondilo negli ambienti più vissuti della tua casa ( io ne impiego due goccine per metro quadro): l’atmosfera risulterà magica, vivificata, super calda ed energizzata oltre che accogliente. Testato più volte, credimi!
Sei tu, il tuo Natale.
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