Il Taoismo ce lo dice forte e chiaro:  l’armonia  e l’equilibrio perfetti si realizzano grazie al bilanciamento e all’attrazione di due energie opposte: femminile e maschile, luce e ombra, pieno e vuoto. Grazie al mio lavoro, da anni studio e sperimento, in primis su di me, quanto importante sia realizzare l’alchimia degli opposti, ovvero far pace con il maschile e il femminile, con il padre e la madre dentro di noi. Non è facile ma è oramai sempre più necessario e i tempi che corrono sembrano essere maturi per incoraggiare questa fusione.

Assisto e accompagno donne che letteralmente portano i pantaloni: in casa, in ufficio, in posta e al supermercato. Ogni dove è pregno della loro traccia tenace, combattiva, risoluta . Sono le stesse che fanno una gran fatica a percepire il sostegno, il conforto, la presenza al sapore dell’accoglienza. Il più delle volte, fanno fatica a riconoscerla.

Di contro, conosco uomini con un femminile ampiamente sviluppato: lenti, fin troppo accoglienti, seduti a realizzare l’utero che quel maschile spesso penetra infaticabilmente.

Si tratta di due polarità preziose e in alcune coppie, è bellissimo notare il fluttuare di questi due tratti che armonizzati insieme, configurano una delle danze psichiche più belle che si possano immaginare

Peccato che per molte coppie questo rappresenti un vero miraggio, soprattutto quando uno dei due partner, benchè  attratto inconsapevolmente dalla polarità opposta per integrarla con la propria, fatica a riconoscerne la portata evolutiva e sfiduciato, credendolo un problema, rinuncia a quella stessa guarigione che incarnandosi è venuto a manifestare.

Chiariamo una cosa: maschile e femminile sono termini spesso confusi e identificati con l’equivalente biologico di maschio e femmina, o equivalente sociale dell’uomo e della donna. Nulla di tutto questo.

Il femminile e il maschile , l’ animus e  l’anima , lo Yin e lo Yang nella filosofia taoista, rappresentano una forza energetica che ciascuno di noi possiede e che sono importanti allo stesso modo. Cambia solo l’intensità e la proporzione con cui le stesse si distribuiscono in ciascuno, ragion per cui, integrarle in un’insieme armonico è decisamente importante.

Direzione, motivazione, forza e movimento, azione e fermezza caratterizzano l’Energia maschile mentre riflessione e introspezione, creatività, accoglienza e premura sono solo alcune di quelle che rappresentano quella femminile.

L’archetipo del padre è prezioso in ognuno di noi nella misura in cui riproduce fedelmente la nostra inclinazione al fare, al perseguire obiettivi incasellati in standard di produttività spesso troppo elevati e la relazione con il maschile.

Non di rado questo ha portato a uno sbilanciamento nella psiche individuale riproposto poi anche sul piano sociale, psico- culturale e storico.
La religio paterna ha posto le fondamenta di una cultura patriarcale che ha legittimato un uso e abuso di potere maschile espresso anche con l’esercizio della forza.
Guerra e regimi dispotici ne sono una inequivocabile cassa di risonanza.
Tu, uomo, non cercare il femminile nella donna, ma cercalo e riconoscilo in te, poichè tu lo possiedi sin dal principio…..[..]… tu, donna, non cercare il maschile nell’uomo, ma prenditi piuttosto cura del lato maschile presente in te, poichè tu lo possiedi sin dal principio.
Jung – Liber Novus

COSA ACCADE NELLE RELAZIONI

Ogni uomo porta dentro di sé un lato femminile di cui non è consapevole, e ogni donna un lato maschile. Nella relazione a due quel che il più delle volte si manifesta è un gioco di subdole proiezioni: l’ Animus interno della Donna viene proiettato sul proprio partenr, ( componente maschile inconscia) mentre l’uomo proietta su di lei l’Anima, (energia femminile inconscia)

All’origine di questa proiezione c’è sempre lei, l’Ombra, quel nostro lato oscuro la cui elaborazione richiede spesso intere incarnazioni. Ecco che le relazioni, quando destinate ad evolvere grazie all’impegno dei partner e alla complicità dello scambio, si rivelano preziose, all’inverosimile. Nella fattispecie, i nostri contenuti psichici iniziano a risvegliare il padre e la madre interiori così da riconoscerne la funzionalità di entrambi, riequilibrandole per permettere loro ci coesistere realizzando ciò per cui le energie, all’origine si erano differenziate e cioè, l’Uno.

Parte integrante di questo lavoro si compie quando iniziamo, fattivamente, a prenderci cura di bisogni repressi e mai realmente riconosciuti diventando padre e madre di noi stessi. Se vuoi approfondire il tema, ne ho parlato in questo articolo https://florianamaraglino.it/da-grande-divento-madre-e-padre-di-me-stesso/

Non di rado oggi,  la donna è fortemente attratta da un uomo che le serve su di un piatto d’argento  il suo lato femminile funzionale ad esprimere quella tenerezza, quella dolcezza e quell’accoglienza che nel suo immaginario le consegnano l’idea di un partner amorevole e padre esemplare per i suoi figli. Ovvio che, a sua volta, la donna che ha riconosciuto, amato ed espresso la propria femminilità, è la stessa in grado di esprimere in maniera equilibrata anche il suo maschile, tangibile nel suo manifestarsi coraggiosa, indipendente, con ottime capacità progettuali e di direzione, le stesse che spesso un uomo con un esempio materno “carente” delle stesse qualità ricerca nella sua donna ideale salvo poi recriminarle quando fanno emergere in lui un lato maschile poco sviluppato e visibile nella mancanza di fiducia in se stesso e nel non riuscirsi ad esprimere appieno.

Classico esempio mutuato dalle esperienze dei miei corsisti in aula:

  • lui che addita a lei frasi come ” vuoi comandare sempre tu, si fa sempre come dici tu “, spesso con tono aggressivo e iracondo nella misura in cui non riconosce in sè la mancanza d’iniziativa e di ogni altra qualità riflessa nel rapporto con la sua partner.

e di contro, donne che in quel maschile “seduto”, sbilanciato, hanno l’opportunità di rivedere il rapporto con l’archetipo interiore del padre, ri-definendo modi e tempi del loro agire sempre così operoso e talvolta affannato.

Mi viene in mente un’opera adorabile, meravigliosamente alchemica, in cui la mia amata Virginia Woolf ci presenta già nel 1928 la necessità di realizzare l’androgino interiore, l’Orlando.

Orlando è un personaggio che attraversa ben tre secoli della storia inglese -dal XVII al XIX- e dopo un sonno mistico, cambia misteriosamente sesso dopo un sonno miracoloso. Una invenzione  immaginifica con cui l’immensa Virginia Woolf (1882-1941) compie un’analisi straordinaria dei  rapporti di genere nella società inglese considerati, prima dal punto di vista maschile e poi femminile.

Un’ opera magistrale in cui tocchiamo con mano quanto quell’impronta di Animus maschile nella donna, fin troppo visibile nella qualità fervida del pensiero e dell’azione ha comunque contribuito, non poco, nel permettere loro di emanciparsi, rompendo modelli di patriarcato obsoleti e fortemente limitanti.
Ma oggi i tempi sono maturi per realizzare l’alchimia degli opposti. Non possiamo più esimerci da questo impellente lavoro alchemico che ci consegna il potere di rispondere a secoli di abuso, guerre e sopraffazione con la carezza gentile dell’amore e della tenerezza.
Anticamente la nostra natura non era quella di oggi. I generi non erano tre o due, come ora, maschio e femmina, ma ce n’era uno che partecipava di entrambi… un androgino… la forma di questo essere era sferica, e aveva quattro mani e quattro gambe… Giove decise di tagliarlo a metà… da tempo perciò è connaturato agli esseri umani l’amore reciproco, per questo ognuno è sempre alla ricerca della propria metà, sia essa uomo o donna, indipendentemente dal proprio sesso, per ricostituire l’intero iniziale… Per questo diciamo che ognuno cerca la propria metà… La causa della nostra ricerca è che un tempo eravamo interi, e al desiderio e al perseguimento dell’intero noi diamo nome amore” (Platone)
Esistono donne che non si danno pace da incarnazioni e incarnazioni. Sono donne formidabili, lavoratrici, artiste, educatrici, portatrici di potere sciamanico, sempre sul pezzo, sempre impegnate in mille attività. Sembrano infaticabili. Ma sono delle alchimiste della nuova Era. Arrivano a curare un maschile ferito che a sua volta concede loro lo spazio, la premura e l’accoglienza di cui non si sono mai sentite degne. Una Magnus Opus dai connotati magici che ha il potere di fabbricare l’oro alchemico a patto di “lavorare in partnership”, sostenendosi a vicenda e nutrendosi. 
Qual è la chiave? Smetterla di proiettare sull’altro quel bisogno di cura e premura che proviene sempre e solo dall’interno e solo da lì può essere nutrito. Solo che a volte ce lo dimentichiamo ed ecco che l’altro, il partner, normalmente vissuto come una minaccia fin troppo scomoda finchè siamo adagiati nel sonno della nostra coscienza, arriva a portarci in dono il riflesso di quello sbilanciamento interno che proprio grazie alla relazione può essere equilibrato. E’  solo così che  quello che un tempo sembrava un rapporto tossico, vive le potenzialità di un capolavoro d’Amore.
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