Da quando ho compiuto il restyling di questo sito non ho ancora inaugurato il primo articolo del “nuovo blog”. Nuovo perchè nuova sono io e nuovo diventi tu ogni santo giorno che decidi di scrivere una nuova pagina della tua esistenza con il sacro fuoco della consapevolezza.

Ma cosa si intende per consapevolezza?

Io mi sono messa in cammino tanti anni fa per scoprirne il significato e nel mentre, mi sono persa. Infiniti percorsi, scuole, tecniche, teorie, discipline, religioni. Ogni volta incredibili surrogati di quell’Amore che non possiamo ri-conoscere prima di aver azzerato tutto, mandando generosamente a quel paese “il percorso di auto-consapevolezza” e mettendo in discussione esattamente ciò che un tempo abbiamo beatificato, santificato, idealizzato con tanto di teca incorniciata da spiritualoide santità.

In tutta questa corsa inarrestabile alla “ricerca della verità” c’era un passaggio che violavo sistematicamente: credere di conoscermi.

Però non spaventarti:  è stato solo perdendomi nella più caotica delle metropoli mentali che ho potuto ri-trovarmi ricordando chi sono.

LA VERA DOMANDA DA PORSI

Giriamo in tondo a fiumi di dottrina nella remota aspettativa di ricevere risposte ma l’unica domanda che dovremmo farci prima ancora di cominciare qualsivoglia percorso di crescita evolutiva è questa:

prima ancora di raggiungere l’obiettivo che “credo di desiderare”, io , CHI SONO?Davvero credo di conoscermi per via delle infinite storie che mi hanno raccontato e  io continuo beatamente a registrare negli anfratti di una mente che di raccogliere tutta questa filosofia non ne può più?

Si taglia il nastro a millemila percorsi, si tesse la tela degli infiniti propositi da conquistare ( il partner dei sogni e lo scatto di carriera in pole position) e ad un certo punto si porta a casa persino l’illusione di star meglio: ovunque vedo pace, amore, esseri di luce e benedizioni di sorta. I mantra mi aiutano a riconnettermi con la pace dell’universo e le meditazioni mi sembrano un ottimo rifugio per allontanare quel fastidioso peso sullo stomaco. Cambio alimentazione e nel mio carrello finisce solo il rigorosamente bio perchè è così che fanno “gli spirituali risvegliati e attenti” . L’ armadietto del bagno non si chiude più per tutte le boccette di oli essenziali di cui l’ho riempito  e nel lettore cd solo tracce audio per “aprire i chakra” che non si sa mai.  Wow: mi sento meglio, mi sento figa, mi sento “spirituale”!

All’inizio sembra pure che la vita mi sorrida: cammino per strada e mi sento tre metri sopra il cielo. Il mio cielo è blu cobalto e se arrivano le nuvole niente paura, ormai “so come mandarle via”.

Poi un giorno mi sveglio e  il lavoro manca, nonostante tutti i miei infiniti sforzi di “pensare positivo” ma il collega ce la fa e a me parte la gelosia. Il partner mi lascia ed io mi sento abbandonata e tradita dalla vita.

“Mangio bene” però m’ammalo. Vado a Yoga ma appena mi metto in auto mi parte l’ansia perchè mio figlio “non va bene a scuola” ed io ho mille cosa da fare e mi sento indietro sui tempi. Mi tagliano la strada e parte la prima bestemmia, tampono e mi sento che tutto nel mio mondo gira storto. L’amica di sempre non mi cerca più ed io torno a sentire il vuoto nella pancia. Divoro il nuovo libro di crescita personale eppure, quella fastidiosissima e immancabile sensazione di non amore continua a tormentarmi e ad avanzare il primo dei preziosissimi dubbi: ” non è che mi sto prendendo in giro? “Chi sono io prima ancora di seguire la strada del chi dovrei essere?

Hey, già ti scopro con il sopracciglio all’insù: ti infastidisce quello che stai leggendo? Se sì, ottimo punto di partenza. Le parole di questo blog portano con sè la folgore di insegnamenti che ho l’onore, la responsabilità e l’ardore di trasmettere e divulgare (perchè no, non sono miei ) però no, non sono democratici:  non possono essere fruiti da tutti indistintamente ma solo da quelli che io definisco “sani portatori di fiamma” , individui pronti a lavorare sul fastidio che tali parole possono provocare come reazione meccanica del nostro apparato psicofisico.

No, tranquilla, non ti sto dicendo che tecniche, meditazione e altre discipline siano inefficaci, tutt’altro. Del resto, chi partecipa ai miei seminari, ai miei corsi o sceglie di iniziare un percorso di sviluppo psichico lo sa molto bene : non è l’impiego di tali strumenti, ma l’intenzione e l’attaccamento che  spesso lo guidano.

Una questione di Anima e non di personalità 

L’odierna antropologia continua ad assodare che l’uomo è un apparato psicofisco perchè questo è quello che vediamo di lui: mente, corpo, emozioni.

Ma allora cos’è quel vuoto da cui mi sento attraversata e che mi spinge non di rado a lottare contro quel corpo-mente-emozioni?

Fin quando continueremo a percepirci come una mera macchina corpo, non potremo mai entrare nel ” Regno dei cieli” e cioè manifestare quell’apertura di cuore che consente l’accesso alle emozioni (sì, proprio quelle che costantemente aneliamo ad essere).

Iniziare a lavorare su di sè significa avere bene a mente questa distinzione: siamo fatti di Anima, questa meravigliosa, agognata ed indefinibile essenza che permea tutto il nostro essere. Colei che non ha bisogni e alla quale francamente, non le frega di diventare questo e quell’altro perchè lei, ineccepibilmente è già tutto. Ma proprio perchè non ci fidiamo del suo sentire, inseguiamo i bisogni della personalità ( questo complesso sistema mente- emozioni , la nostra parte animale e istintuale che lotta per sopravvivere) identificandoci con ciascuno dei suoi vezzi da cui ci lasciamo irrimediabilmente definire, perdendo di vista noi stessi e cosa siamo venuti a fare qui sul Pianeta.

Et voilà, gli occhi con cui guardiamo noi stessi, il Mondo che ci circonda e l’esistenza tutta, indovina un po’ , sono proprio quelli della personalità fatta di bisogni e infinite mancanze. Fatti di stenti e di lotta alla sopravvivenza. Il che equivale ad affermare la propria cecità verso la vita. Drammi, angosce, dolori e malattia ma anche un semplice dispiacere vengono salutati ed etichettati come il nostro male più grande, quello da estirpare e da eludere al più presto  così da sentire meno dolore possibile. Ma è proprio lì che si annida, al riparo da occhi indiscreti e addormentati, la BELLEZZA.

E di tutta probabilità, se mi leggi , hai voglia di ammirarla anche tu. Perciò parti dalle basi: ammetti candidamente che al momento, non hai occhi per vederla e soprattutto, non sai chi sei.

 

UN PICCOLO ESERCIZIO PER TE

 Nei momenti in cui ti senti infinitamente persa e angosciata di fronte all’ennesima “delusione”, potrebbe aiutarti ripetere espressioni come queste:

  •  anche se adesso non ne comprendo il motivo, qui, proprio ora, in questo episodio fastidioso, c’è bellezza per me ma io al momento non so scorgerla. Mi arrendo a quel che credo di sapere;
  •  Anche se i pesi che curvano le mie spalle somigliano al piombo, io ho fiducia che molto presto mi sembreranno oro. Non ho fretta

 

 

Che tu possa avere il coraggio di conquistare nuovi occhi per vedere, sentire ed essere nient’altro che Amore.