All’ equinozio di autunno  non ero affatto preparata. Chi mi conosce lo sa, ho incredibili resistenze nel ” salutare” la stagione estiva. Se considero che questo passaggio  è coinciso con un periodo intenso tra gli esami per la fine di un percorso formativo legato al mio lavoro di coach, gli eventi e la stesura dei nuovi progetti per i mesi che verranno, un lutto per me doloroso da affrontare e qualche malessere fisico, fatico a credere che sia ancora viva.

In quei giorni incredibilmente intensi la mia ancora di salvezza è stata radicarmi. Riconnettermi alla Terra per sentirmi sostenuta quando avevo la sensazione che sarei cascata giù da un momento all’altro, senza ancore, senza carezze, senza amore.

Tutto quello che l’equinozio ci ha chiesto è di ritrovare equilibrio tra dentro e fuori. Il modo migliore per farlo è piantare un nuovo seme con una nuova intenzione, una nuova abitudine, una nuova azione: da nutrire e innaffiare. Ogni giorno. 

Chi come me è appassionato di lunazioni e ha imparato a cogliere infiniti messaggi per l’inconscio dai movimenti del cielo astrale, sa bene quanto l’energia di questo mese è canalizzata verso la selezione (naturale aggiungerei) di quel che realmente abbiamo deciso merita di colorare le nostre giornate e più in generale, la nostra vita. Nei mesi precedenti abbiamo lavorato con grande  determinazione sulla capacità di stare, osservando con coraggio e onestà la nostra parte ombra, il drago che , non riconosciuto prima, ci ha bloccati non poco nell’espressione del divino che è in noi.

Dopo la pulizia interiore, adesso è tempo di fare ordine, incasellando tutto al suo posto. Ma come possiamo farlo efficacemente evitando schemi di pensiero ormai disfunzionali?

Chiediti semplicemente dove sei adesso. E no, non sto dicendo che il processo sia facile, ma è questo un passaggio obbligato se vuoi raccogliere  frutti maturi per le settimane che verranno e tutto quel che devi fare è mostrare chiarezza: se sai dove sei, se hai fatto finalmente luce sull’ombra, se conosci il peso e il contenuto del tuo zaino in spalla, ti sarà molto più facile canalizzare nuove intenzioni e direzioni, senza indugio alcuno. Con la leggerezza e l’armonia di chi, semplicemente si abbandona a quel che è.

 

In questo post mi rivolgo soprattutto alle donne: molte di voi mi hanno scritto che ancora fanno un sacco di confusione tra quello che credono di volere e quello che la loro vocina interna chiama all’attenzione. Io penso che quando si oscilla, ancora, tra questi due poli c’è solo un unico punto da cui occorre partire: l’amore per noi stesse, questo sconosciuto. Ultimamente questo tema è diventato a me fin troppo caro: quante donne meravigliose l’esistenza mi sta mettendo sul percorso, tutte pregne di slancio materno incontenibile. Verso gli altri soltanto però.  

Ci avete mai pensato a quante sono le donne (anche solo osservando il vostro nucleo familiare) che impegnate h 24 a rimpinzare di amore figli, partner, amiche, colleghe restano sempre irrimediabilmente con il serbatoio scarico quando si tratta di porgere un pezzetto della torta a se stesse?

Che ne dite (siamo a fine mese ma fa lo stesso) di impegnarci in questa direzione con un piccolo seme da piantare adesso,proprio ora, in questo istante nell’inconscio di ognuno di noi? Unico must : che il  seme che siete disposte a piantare sia per voi soltanto. Ci state?

Io ho approfittato di una ricorrenza che mi sta a cuore, viene da molto lontano, ed è ogni anno il momento in cui ci do dentro con il richiamo di quanto è stato fondamentale per me, prendere in mano la mia vita e dunque ricostruire alle fondamenta, l’amore per me stessa:

Oggi in India, si celebra l’ultima notte del Navaratri, letteralmente le “Nove notti”,  una festività dedicata all’adorazione della Devi o  la Madre divina, l’espressione femminile di Dio, seguita con grande devozione  in tutta l’India e nel resto del mondo. Nel nord dell’India è conosciuta anche come Durgotsava, la festa di Durga, in cui si venerano le nove forme di Durga, colei che è difficile da vincere. E voi donne? Ve lo siete chiesto, in tutta onestà se siete difficili da vincere?

 

Nei miei corsi ispirati al metodo Louise Hay di cui sono insegnante certificato, utilizzo una tecnica formidabile, quella dello specchio con cui lavoro sull’autostima : lo specchio è un formidabile indicatore di quanto sei conciliata al tuo interno con  la percezione di te e di quanto di senti degna di amore.

Non ci credi? Ti sfido: prima ancora di finire di leggere questo articolo, alzati da quella sedia e vai allo specchio, poi osservati negli occhi e infine prova a dirti : “ti amo, ti amo veramente“.  Oso un pronostico sulla tua risposta:

 

  1. Ti è scappato da ridere. Tranquilla, lo facevo anche io  : è questo un ottimo punto di partenza per fiutare quanto, probabilmente, non hai minimamente idea di cosa significhi provare un sentimento di amore per te stessa. 
  2. Alla fine,ti sei alzata dalla sedia, magari mossa dalla curiosità di quanto ti ho proposto, ma una volta allo specchio, t’è cascato l’occhio sui punti neri, sul brufolo da pre ciclo mestruale o sul trucco mediamente sbavato dopo una giornata fuori casa. Anche in questo caso, tutto nella norma: fai parte anche tu (come me un tempo) di chi, da un po’ di anni a questa parte, si guarda allo specchio con la lingua pronta a maledire cosce, difetti e rigonfiamenti post vizi alimentari. Ma di osservarsi , di penetrarsi fin nel profondo delle orbite oculari, lì dove regna incontaminata la tua vera essenza…manco l’ombra.
  3. Hai provato un senso di repulsione profonda e con essa hai imprecato contro la sottoscritta che ti ha voluto sfidare così maldestramente. 🙂 Se sì, sappi che ti sto profondamente abbracciando e più provi a respingermi, più dai energia a quanto ti sta passando per la testa ragion per cui, non ti conviene.
  4. Hai corrisposto le mie parole dietro lo schermo del pc con un sorriso di profondo riconoscimento e connessione animica. Se si, sai che ti riconosco a distanza, sorella! Dunque conosci fin troppo bene il significato profondo delle mie parole.
  5.  Il punto cinque potrebbe essermi sfuggito. O semplicemente può essere il punto dedicato alle generosissime e sempre presenti obiezioni che recitano più o meno così :” si Floriana hai ragione, MA…”. Ecco,se ti va o se ti riconosci nelle mie parole, sono pronta a leggere le tue obiezioni/riflessioni o, come spesso mi capita, richieste d’aiuto.
L’unica ragione concreta per la quale comprendo profondamente il tuo sentire è che ci sono passata anche io.

Nel frattempo, ti do un compitino da fare: in base a quanto emerso, emotivamente, dal tuo dirigerti allo specchio, prendi un post it e sostituisci a quel “io ti amo veramente” questa dichiarazione: “mi apro a conoscere l’amore per me stessa”. Meno faticoso vero?

Si tratta di un’ affermazione e nel prossimo articolo ti spiego come si usano (fanno anch’esse parte del metodo Louise Hay di cui ti accennavo sopra) ma nel frattempo….corri a scriverla, appendila dove vuoi (anche nel bagno di casa tua) e inizia a ripetertela ogni qual volta sei di fronte ai tuoi preziosissimi occhi. Fammi sapere!

 

 

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