“Cerco un centro di gravità permanente che non mi faccia mai cambiare idea sulle cose sulla gente..” recita uno dei più famosi ritornelli scritti dall’immenso Franco Battiato nel testo Centro di gravità permanente. Uno di quei pezzi tanto canticchiati quanto poco conosciuti nel loro reale significato.
In pochi sanno infatti che Franco Battiato, oltre che grande maestro musicale è un grande esoterista seguace ed esperto conoscitore del sistema iniziatico La Quarta Via di Georges Ivanovič Gurdjieff e alla stregua di altri geni creativi come Leonardo da Vinci, un ermetico al pieno servizio di simbolismi con cui veicolare i segreti dell’ Ars Regia – l’Alchimia con estrema cautela, così da poter essere tramandati alle generazioni future da uomini realmente motivati nello studio della psiche umana.
(Se vuoi leggere l’intervista di Battiato su ecco il link : intervista su Gurdjieff
Posto questo è utile sottolineare che per conoscere realmente questo grande artista occorra conoscere le filosofie orientali e l’esoterismo di matrice mistica, ma ciò non toglie che possiamo partire insieme con piccoli passi e lo facciamo proprio oggi in questo postblog in cui iniziamo a capire cosa è il centro di gravità permanente e perchè può esserti non poco d’aiuto nella gestione delle tue emozioni.
Partiamo dal cosa non è: il centro di gravità permanente non è un luogo fisico e se hai pensato per caso alla legge di gravità, accantonala subito.
Il centro di gravità permanente rappresenta uno specifico stato di coscienza in cui è possibile sviluppare la centratura necessaria ad osservare le manifestazioni automatiche della nostra personalità/ego.
E come si fa a raggiungerlo ti starai chiedendo? Occorre lavorare sulla presenza che no, non significa,come ormai è diventata consuetudine intendere, ” essere nel qui e ora, nel momento contingente” giacchè io posso credere di essere qui e ora nel mentre sono al pc a lavorare concentrata sulla scrittura di questo articolo e di fatto essere in uno stato di addormento e sonno.
Per esempio, mentre sono al pc a scrivere, posso essere contestualmente quella che divora le unghia e si tocca i capelli in uno stato di assoluta meccanicità che se osservato, opportunamente può aiutarmi a sviluppare una qualità nuova, un centro di gravità, un fuoco fisso da cui osservare le mareggiate emotive o gli eventi esterni senza esserne puntualmente condizionato ( ” che non mi faccia mai cambiare idea sulle cose , sulla gente) .
Esempio pratico: quante volte un vostro ‘io’ (che crediamo illusoriamente unico e assoluto) nell’atto di prendere una decisione dopo un po’ l’ha già modificata se non stravolta del tutto in favore di un’altra che ritiene più “succulenta”?
Quante volte ci raccontiamo di poter seguire un impegno con noi stessi e poco dopo l’abbiamo già mancato? Quante volte ci siamo ripromessi di svegliarci al mattino presto per poi non riuscire a rispettare il nostro impegno? E quante altre volte di mettere in atto un progetto per poi dimenticarcene poco dopo?
L’idea non è quella di “sbagliare” compiendo una di queste “inadempienze” sia chiaro, quanto piuttosto di farlo in uno stato di assoluta meccanicità e addormentamento.
Perchè accade questo?
Perchè come dichiarano i maestri delle antiche scuole di esoterismo, nessuno agisce ma è agito, il che equivale ad ammettere che tutto in noi si compie attraverso un pilota automatico che muove pensieri ed emozioni in maniera del tutto incontrollata.
Pensa per esempio all’atto di guidare: ti sarà certamente capitato più e più volte di percorrere una strada “sbagliando” la direzione o peggio ancora con la sensazione di non sapere neanche più dove stai andando.
Una dinamica simile è molto frequente nella lettura di un libro :
- quante volte ti è capitato di proseguire nella lettura “meccanicamente” senza avere contezza delle parole che stavi leggendo?
- Ti ricordi quando è stata l’ultima volta che hai deciso di non farti cavalcare dall’onda emotiva di ciò che stavi vivendo? E soprattutto l’hai deciso davvero tu o semplicemente è accaduto?
Essere coscienti dell’istante che si sta vivendo è qualcosa che non potrai mai realizzare con l’olio essenziale, il mantra o qualche altra diavoleria ma soprattutto, non lo potrai mai raccontare con le parole: al contrario dello stato meccanico di sonno, non è qualcosa che semplicemente accade ma è frutto di uno sforzo di volontà cosciente.
Dalle parole ai fatti
Esempio, se adesso ti dicessi: sei cosciente del battito del tuo cuore proprio ora mentre mi leggi?
Di tutta probabilità sì perchè il mio è stato un piccolo invito a farlo, ma prima, proprio mentre leggevi il mio articolo, la sentivi la sensazione di abitare il tuo corpo?
Risposta super probabile: no.
No perchè non è mica così facile come potresti leggere quà e là, ma l‘arte di esserci rappresenta il più grande principio del lavoro su di sè.
CENTRO DI GRAVITÀ ED EMOZIONI
Il vero lavoro di un alchimista è quello di diventare uno scienziato della realtà fenomenica: il suo compito non ha a che fare con la repressione delle emozioni quanto piuttosto con l’accorgersi di cosa stia accadendo nel corpo astrale ( che riflette lo stato emotivo dell’individuo). Questo sforzo cosciente permette di osservare l’onda emozionale senza che avvenga una identificazione con pensieri ed emozioni fluttuanti che di conseguenza, iniziano a trasformarsi.
Importante: presenza non vuol dire repressione dei propri stati meccanici. Nella mia esperienza ho ascoltato e letto di ogni “sull’importanza di non reagire, di non esprimere giudizi”. Qualcosa di folle, e talvolta pericoloso. Ma di questo, ne parliamo in un prossimo articolo.
Ti lascio con questo pezzo meraviglioso: ascoltalo lasciandoti ispirare dalle parole. Cosa ti comunicano? Vienimelo a raccontare qui sotto nei commenti!
Grande Flo e grazie per avermi illuminata su determinati aspetti… poi, col grande Franco 💜🙏
Proprio poco prima di leggere riflettevo a come non ho reagito e fomentato a delle evidenti provocazioni, ma hai presente quelle fra le righe, di cui ti arriva solo la vibrazione di paura?
Eliana, attenta ricercatrice …sì, ho presente…e quella vibrazione di paura, come la definisci tu, ha un indicatore prezioso da fornirci!