Ecco che studi, titoli , sogni premonitori, incontri sconvolgenti con le schiere angeliche, sensazioni corporee e risvegli notturni, nomi, cognomi, pronomi e soprannomi diventano l’ornamento irrinunciabile che ingentilisce la storia, il corredo stilistico di tutta l’opera.
Il fenomeno è preoccupante perchè l’invasamento indotto (o autoindotto) è tale da animare folle di pellegrini che inneggiano a frasi come ” tutto è amore, tutto è energia, siamo noi a creare tutto” infilate senza logica alcuna nel mezzo di qualsivoglia argomentazione a colazione , pranzo e cena.
Le stesse, ben presto, quando l’euforia schizoide lascia il posto alla paranoia di un momento di down, si traduce nella condanna apocalittica del ” è successo perchè sei stato tu ad attirare questa situazione”, “ stai solo proiettando tutto sull’altro”, “devi assolutamente ripulirti altrimenti non attrarrai mai qualcosa di buono”, “è tutta una illusione, è tutto perfetto così com’è, davvero!”.
Partiamo dalle basi: sì, certamente partecipiamo alla creazione della nostra realtà ma nel mezzo ci sta un piccolo grande dettaglio perennemente trascurato : l’ inconscio.
Ma davvero crediamo che sia il nostro pensiero cosciente a creare la realtà che ci circonda? Con il pensiero cosciente io posso sentirmi una figa spaziale con uno strumento musicale in mano ma, de facto, se non so mettere le mani sullo spartito, se non so tenere le bacchette in mano, se non so tenere il tempo e incrociarlo con il ritmo, la melodia fa pena e chi mi ascolta se ne accorge eccome.
Questo non significa negare l’ anelito di una inclinazione o il piacere che ne derivano ma in un caso e nell’ altro stiamo parlando di masturbazioni della personalità. Capite bene che se ci sono incastrato dentro, come posso mai lontanamente immaginare di poter trasferire agli altri l’ Altezza di una nota che non conosco neanche?
Sì, in barba alle parole di cui mi riempio la bocca, in barba al mio continuo e frustrante imitare pelo e contropelo del ” personaggio ” che più mi uscita ammirazione anche se travestita da invidia, dal confronto con quella menzogna che continuiamo a raccontarci, non si scappa.
Hahaha!
Come mi riconosco, come riconosco la me stessa di qualche anno fa, nemmeno tanti. E quando poi ti svegli e sei col culo per terra, farai il possibile per non addormentarti più in bilico sulla sedia, anche se il bilico é avventuroso…eppure io ci sono cascata ancora e ancora, eccheccacchio di testa dura!
La fase del riconoscimento è davvero preziosa, Nicoletta, vero? Un abbraccio di cuore!
Ciao,mi capita,nel sogno,di essere sveglia ,,coscente,…. sai dirmi qualcosa al riguardo?
Ciao! La domanda, così posta è troppo generica. Se ne hai voglia scrivimi di più su floriana@florianamaraglino.it