Si fa presto a parlare di “adulti”. Ma la verità è che finchè non ci saremo presi adeguatamente cura delle ferite della nostra infanzia, con la premura di accoglierle con tutto quel marasma emotivo che si portano con sè, non potremo definirci davvero tali. Ce ne andremo in giro per il mondo, mendicanti, eternamente bisognosi di essere visti. Compresi. Accolti. in una sola parola, AMATI.
Ci muoviamo nel mondo dei “grandi” con la presunzione, spesso, di poter davvero insegnare qualcosa ai bambini, ma il più delle volte accade che questi ultimi ci sbattono in faccia, fedelmente, quella nostra parte bambina che crediamo essere ormai andato insieme alla beffa del tempo, e le cui tracce si perdono ingiallite tra qualche foto sparsa quà e là sull’album di famiglia.
Ma la verità è che quel bambino è dentro. Sepolto, affaticato, schiacciato dal peso di essere cresciuto nel corpo fisico ma non nella coscienza che spasmodica, reclama un bisogno ancestrale: quello di essere accolto totalmente per quello che è.

Il Bambino interno ha un suo background emotivo e psichico che condiziona non poco le scelte di vite dell’adulto con cui ci identifichiamo oggi.
Questo aspetto è molto importante nella misura in cui il nostro prendere decisioni , agire o al contrario paralizzarci sembra modularsi su una logica comportamentale appresa nell’infanzia.
Esempio: se da bambino sono stato iper criticato da uno dei miei genitori, insegnanti o coetanei, posso, in età adulta, aver sviluppato la modalità di restare in silenzio in tutte quelle situazioni in cui mi sentirò esposto al confronto con l’altro. Il più delle volte, andrò ad attrarre personalità giudicanti che mi “obbligheranno” con lo schema di giudizio che manifestano a guardare la mia ferita e dunque guarirla.
La cura delle ferite è a tutti gli effetti un’operazione chirurgica ci insegna la medicina. “Chirurgo” in greco è:
Χειρουργός ( keirourgos )– composto da – χείρ (mano) e da ἔργον (opera) = “la mano che opera” a riflettere un’interessante analogia con la Magnum Opus – la Grande Opera – in latino, il più autorevole nome di quell’ Ars regia che è l’ Alchimia . Perché è questo che fa un Alchimista: come fosse un medico dell’Anima, afferra con le mani la sua esistenza mettendosi ad operare la sua ferita: non si tratta di estirparla ma di guarirla con Amore, l’unico ingrediente che permette alla stessa di trasmutare in dono.
La guarigione in termini esoterici, passa da un lavoro pratico e concreto che affonda le sue radici nell’auto-osservazione cosciente e nel risveglio della consapevolezza.
Per farlo non occorre pensare ai massimi sistemi ma partire da quell’incredibile palestra evolutiva generosamente offerta dal nostro quotidiano.
Per esempio le relazioni con gli altri, siano esse amicali, amorose o parentali, sono preziosissime occasioni di conoscenza e guarigione di tutte le nostre carenze d’amore e delle delusioni vissute nell’infanzia. Non di rado nelle relazioni sentimentali, il partner diviene un sostituto del nostro genitore e inconsciamente proiettiamo su di lui l’aspettativa di riscatto che solo il sentirci amati e accolti totalmente può fornirci. Ma questa è un’illusione destinata a liquefarsi come neve al sole giacchè non è lì fuori che troveremo quel che richiama attenzione al nostro interno. ( se l’esempio delle relazioni ti risuona, puoi approfondire qui prima innamorati di te poi di chi vuoi tu).
La ferita più dolorosa non è il non essere amati, ma il ritenersi non degni di amore.
Lo psicanalista Peter Schellenbaum, di matrice junghiana lo ha sottolineato più volte nei suoi testi dedicati al tema della “ferita dei non amati”:
«Nel corso degli anni – egli afferma – sono giunto a capire che la più grande trappola della nostra vita non è il successo, la popolarità o il potere, ma il rifiuto di sé»
Nessuno al di fuori di noi può sostituire quella coscienza d’Amore che può nascere solo all’interno: lo sviluppo di questa qualità animica però può nascere solo dalla capacità di ri-conoscersi, osservarsi profondamente spingendosi fino in fondo agli anfratti più bui della nostra anima e finalmente scegliersi fino a realizzare quelle nozze sacre con il nostro sè superiore che solo un’autentica manifestazione di auto- genitorialità possono consacrare.
E’ questo il leitmotiv di uno dei miei corsi dal vivo https://florianamaraglino.it/servizi-coaching/corsi-workshop/guarire-relazioni/ il prossimo è in partenza a breve!
Com’è stata la tua infanzia?
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Considero questa una domanda la cui potenza si esprime nel tempo e spesso quando abbiamo lasciato andare il bisogno della domanda!
Vero tutto immensamente vero ciò che hai scritto dolce Fló. Vissuto tutto sulla mia pelle, senza alcuna conoscenza di psicologia… oggi so e capisco quanta consapevolezza ci sia sempre stata nella mia anima. La tua lettura mi risponde e mi parla come la mia anima ha sempre fatto.❤️
Ti comprendo cara Angela,talvolta la conoscenza dottrinaria non fa differenza quanto l’esperienza trascesa del dolore!