Possiamo ancora temporeggiare ad ammetterlo ma il cambiamento è qui ma come dico sempre non è affatto democratico e soprattutto non può essere manifestato da tutti, indistintamente, con lo stesso ritmo e modalità. E’ uno stato di coscienza che non ammette il comfort di chi “dai, facciamo che oggi no, ci penso domani “o il pavido fare di chi prima di esporsi si costringe alla cervellotica paralisi tipica di chi “cosa diranno i miei amici, i parenti, i conoscenti, il mondo”.
La parvenza di “normalità” cui siamo tornati è SOLO apparente : anche chi è duro a manifestarlo in fondo sa bene che qualcosa è diverso, qualcosa, s’è rotto.
S’è creato un solco: nelle convinzioni, nelle credenze, nelle quanto mai sterili supposizioni. Nell’ atavica pretesa di essere sempre nel giusto, nella sfrontatezza del puntare sempre e comunque la pagliuzza del vicino credendo davvero di sfuggire alla trave nel proprio occhio.
Gli ultimi accadimenti sono un’occasione imperdibile di lavoro su di sè: l’impegno profuso soprattutto sui social nel dire la propria nella grottesca convinzione di avere la verità sempre in tasca (poco importa che si tratti del caso Sgarbi o Morelli) e l’eloquenza improvvisata di chi non riesce a tacere in nome di un fragilissimo ” io, io, io” sbandierato quà e là-
in un caso o nell’altro stiamo sempre e comunque parlando di noi e sì, “siamo parte del sistema” da cui tanto orgogliosamente ci crediamo avulsi.
Ovunque è caos: da un lato chi (tipico di certa frequentazione new age) scimmiottando roboticamente l’ultima perla di verità del guru di riferimento, s’è convinto di vedere assoluta perfezione (secondo il solito accordo di non casualità) e sincronicità negli eventi di corollario al fenomeno coronavirus salvo poi prendere parte alla idiotica guerriglia virtuale e virale manifestata a suon di post social di matrice complottista e nell’irrinunciabile cornice del politically correct.
Come ci si orienta in questa giungla sclerotizzante da far invidia al regno dell’oltretomba dantesco?
In realtà è semplice, lapidario, essenziale come la sua rivelazione :
- quando un cambiamento è effettivo, radicale, viscerale, non fa così chiasso. Non disperde la sua energia di manifestazione in così tanto rumore.
Non è un caso che, chi era pronto al salto lo ha già fatto in barba a millemila indicazioni di sopravvivenza su eclissi e movimenti planetari che per carità, nel piano del lavoro su di sè possono rappresentare un fattore di accellerazione ma non sono di certo il cuore alchemico del processo.
Un leone per diventare Re della Savana sa di dover fare ricorso alla sua natura più profonda e di dover familiarizzare con la forza bruta che gli appartiene per natura prima di combatterla al di fuori. La sua regalità è manifestata dall’interno, non sono le circostanze esterne ad eleggerlo tale.

The backend of a lion standing under a tree.
Non è dunque nel boato di ciò che viene comunicato con le parole ( grandissimo strumento di cui l’ego sempre a corto di coccole si nutre) ma nella vibrazione che guida ogni nostro slancio.
Non sono mai le parole a fare la differenza ma la tua vibrazione.
Dopo gli ultimi mesi ci è sempre più chiaro:
non funziona più correre a destra e a manca riempendo la casa, l’ufficio e la testa di intollerabili to do list
non funziona più continuare ad acconsentire alle maschere spalmate tra i salottini rosa della tv , i post patinati sui social network e la cerchia privata dei conoscenti con cui abbiamo intrattenuto rapporti di pura ipocrisia ( e non funziona non perchè gli altri siano brutti e noi pecorelle buone e smarrite ma semplicemente perchè osservare gli stessi movimenti al nostro interno ne modifica di riflesso, la risposta fuori)
non funziona più tenere in piedi rapporti logori e manipolatori in cui per troppo tempo si è soprasseduto, perdonato, accolto ma violato profondamente se stessi e la purezza del proprio cuore
non funziona più “dire sì quando invece si vorrebbe dire un roboante NO”
So bene quanto per alcuni sia tremendamente difficile prendere una posizione, ma dichiarare finalmente : ” NO, NON CI STO” richiede sentire profondamente da che parte stare. E prendere una posizione è possibile solo quando dal centro cardiaco superiore è già pronta a manifestarsi la verità che sentiamo profondamente di incarnare.
Eh ma se poi gli altri “non mi vogliono più bene?” (domanda realmente postami da una mia corsista). Beh, se questa è la tua pre-occupazione c’è solo una persona che non si vuole ancora bene. Indovina un po’ chi è.
Il punto è cosa è Verità?
Mi viene sempre un po’ da sorridere quando si pensa, illusoriamente, di poter stigmatizzare, manipolare o costringere “la verità” nelle maglie sempre troppo strette di quelle categorie concettuali così tanto care alla mente razionale
La Verità non si potrà mai descrivere o incasellare in interventi nozionistici ma manifestare come frequenza vibratoria che accompagna ogni nostro incedere qui sulla Terra
Come ti accorgi di manifestare la tua verità? Semplice: tutto quel che fai e pensi è in pieno accordo con ciò che sei. Se qualcosa ti porta lontano dal tuo centro la ri-conosci una nota stonata, la benedici e la lasci andare. Il tuo diapason interno non mente, mai. Ascoltalo
La verità non la puoi raggiungere. La sei già adesso, la sei già ora. Non farti fregare da chi pensa di potertela vendere.
Buona transizione.
Floriana
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Non esiste modo migliore di crescere che farlo insieme!