A te probabilmente verrà in mente l’uovo della Lindt o quello che rende più appetitosa la scarcella della nonna pronta per essere sfornata nella notte della santa Pasqua.
Ma sono certa che ne apprezzeresti ancora di più il sapore se solo sapessi quanto potente è la simbologia dell’uovo.
«Sappiate che la nostra materia è un uovo; il guscio è la nave, e all’interno è bianca e rossa; lasciatelo covare dalla madre sette settimane o nove giorni, o tre giorni, o una, o due volte, oppure sublimatelo come vorrete, per 280 giorni. Nascerà un pulcino dalla testa rossa, le piume bianche e i piedi neri…».
è la traduzione, dall’arabo, della “Turba philosophorum“, testo alchemico anonimo, del XII sec.che ci riporta al preziosissimo simbolismo dell’Uovo alchemico – l’Uovo dei filosofi ossia l’uovo come ricettacolo della più grande trasformazione interiore, dal piombo e dalla materia grezza all’oro, passando dall’Athanor, la fornace in cui cui trasformiamo ogni emozione pesante, tossica e stagnante in qualcosa di più raffinato , nel fulgore della consapevolezza e della conoscenza di sè.
Le due metà del guscio rappresentano, quella superiore, il Cielo, e quella inferiore, la Terra e la rottura dell’Uovo dà vita al pulcino (la Pietra Filosofale)
Tu hai molto in comune con quel pulcino.
Quando l’uovo si rompe, tu soffri nella misura in cui ti sei identificato con quel guscio.
Sì perchè così come lui picchietta il guscio dell’uovo per potersi finalmente mostrare , tanto quanto il bruco che passando dalla crisalide poi diventa farfalla, anche la tua Anima , per far sì che tu la ri-conosca, restituendole piena legittimazione, vivrà un simile processo di rottura. Di quelli chi spaccano all’interno e ti dividono a metà.
La tua croce personale. La tua Passione.
Ma a cosa è necessario che muoia, letteralmente?
Esattamente questa : l’illusione di crederti separato da te e dal resto del mondo che hai la presunzione di poter controllare, gestire, talvolta manipolare.
Ma tu resta vigile, non ti addormentare. Prendi quell’io mascherato e amalo. Amalo più forte che puoi. Non puoi fare altrimenti. L’ego è quella struttura di personalità con cui ti sei identificato al tal punto da non poter vedere altro che dolore e miseria, disagio e sofferenza. Morire a quella sua forza è necessario e la meraviglia è che accadrà a prescindere dai tuoi sforzi per tenerlo in vita. Sarebbe come impedire che l’uovo si rompa. Pensi sia davvero possibile?
Non prendiamoci in giro: la rottura fa male. La rottura di spaventa e ti logora. La rottura ti uccide. Ma ogni morte è solo funzionale ad una nuova vita cui ti puoi aprire solo quando l’uovo si rompe.
Come un germoglio che cresce nelle crepe del cemento e la potenza di un uomo risvegliatosi ai propri personalismi e alla sua meccanicità riesce a scorgere la bellezza là dove i più osservano ogni sorta di amenità e ingiustizia, la vita basta a se stessa ed ha sempre il modo di sbattercelo in faccia.
“La trasformazione della paura è il primo aspetto della risurrezione.”
“Risurrezione è liberarsi dalle catene psichiche e vivere senza blocchi interiori scrive Anselm Grun
La risurrezione in questo senso diventa una preziosa chiave di lettura dell’esistenza e non mero atto di fede religiosa. Siamo abituati ad associarla alla storia di un Uomo straordinario, il Cristo, che più di duemila anni fa ha lasciato prova tangibile di quanta sfrontata potenza ci sia nella forza della creazione, nella luce che trionfa sempre anche in barba alla peggiore delle tenebre. Lo comprendo bene se storci il naso e borbotti “naa, io sono ateo, non ci credo e non mi interessa”. E no, non ti sto parlando di religione, credimi. Ma semplicemente di chiederti se sei pronto ad accorgerti che quelle sono proprio le parole che rivolgi a te stesso.
Tu in fondo non ci vuoi credere nella risurrezione. Non quella del Cristo così come te la immagini, ma la tua. La tua da dolore in cui ti senti letteralmente infognato. Paralizzato.
E non posso biasimarti. Solo, se puoi, piangi e poi datti una chance. Chiediti se puoi anche solo un po’ mettere in discussione quelle impalcature di ferro su cui hai fissato dimora non potendo di fatto, riposare mai.
N O N A V E R E paura.
Datti il permesso di mettere in discussione che sia davvero “tutto qui”. Trova il coraggio di morire consapevolmente in tutte quelle parti grossolane e ormai obsolete della tua personalità che t’hanno imbruttito e lo sai anche bene.
Ri-pensa a quel pulcino quando ti sembra di non avere via d’uscita. E se proprio devi imitare qualcuno fa che sia quel fiore nel cemento.

Ri-sorgi.
Ri-nasci.
Ritorna a te, ritorna a casa.
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Grazie per queste parole. In questi giorni di silenzio, sola a casa. Giorni in cui il dolore nascosto sta chiedendo di essere visto e lasciato libero. Mi sento un uovo con già tante crepe dalle quali passa luce, ma che ancora fatica ad aprirsi e liberarsi dal guscio.
E leggerti, sentendo nel cuore la stessa verità, lo stesso anelito… È sempre una spinta a proseguire.
Serena Pasqua.
Ciao Livia! E’ da quando ti conosco che sento queste parole. Cosa c’è dietro quella fatica a oltranza? un abbraccio grande grandissimo!
Non lo so. E più cerco, meno trovo.
Un abbraccio…
Inverti il paradigma! Un abbraccio grande a te!
Cara Floriana
Ma tu sai quante morti e rinascite toccano ad un alchimista? E non basta una vita per giungere a raccogliere una sola goccia della “rugiada celeste”, la “rugiada di maggio”, non senza il “massacro degli innocenti”.
La morte e rinascita, un solve et coagula che si ripete continuamente in “notti insonni e tenebrose. Un vagare in affranti rocciosi e discese ripide con pantani improvvisi da superare, ma per dove aspettandoti di arrivare ad un traguardo, magari luminoso? Niente di tutto questo, perché ad un tratto, in modo più o meno doloroso, si muore, svegliandoti con tanta amarezza nel cuore e nella mente. Questo di notte, poi viene il giorno con altre morti e rinascite.
Ma il cavaliere votato al suo destino, non si sa quale, non cede e ricomincia daccapo. Non è un copia-incolla tratto dai tanti testi di alchimia, è un “senza domani”.
Scusa, forse ti ho spaventata, ma è veramente come la scritta sulla chiesa della santa Maddalena di Rennes-le-Chateau, «Terribilis est locus iste».
Ieri sera ho rivisto, non so quante volte, ma non è che l’abbia cercato perché c’era poco da scegliere alla tv. E poi non è che l’abbia visto in modo completo. Il film era Edge of Tomorrow, conosciuto anche col titolo Senza domani, interpretato da Tom Cruise. È noto come un film di fantascienza. Non scendo nei particolari ed è un film che consiglio di vedere o rivedere, perché dà l’esatta descrizione dell’esperienza di morte e rinascita alchemica. Lo scenario si ripete continuamente fino a che l’Opera, nel caso dell’Alchimia, non trova la sua soluzione in favore dell’iniziato. In realtà non è come nel film il procedere del solve et coagula alchemico, sempre diverso, ma questo non importa ai fini didattici. Tuttavia capita che è come se si completasse o perfezionasse una fase vecchia.
Consiglio di leggere su questo tema della morte il mio saggio
IL CAVALIERE LA MORTE E IL DIAVOLO E IL CANE METRONOMO DELL’APOCATASTASI
a questo link: https://www.collegio-brixia.com/alchimia-9-albrecht-d%C3%BCrer
È stato un piacere scrivervi,
Gaetano