É pensiero comune e condiviso quello di categorizzare le relazioni sentimentali come “adatte” o ” non adatte” a noi,  “giuste” o “sbagliate” , secondo una lettura degli eventi del tutto arbitraria e sempre filtrata dai nostri personalismi , da ciò che crediamo ” faccia al caso nostro”. Il punto è che mentre affermiamo questo lo facciamo sempre e comunque dal punto di vista dei nostri bisogni: è la nostra personalità , la nostra struttura mendicante e bisognosa a parlare e come tale ha a cuore la “sopravvivenza” che si esprime con l’evitamento e la protezione da tutto ciò con cui non ha molto piacere di misurarsi.

Peccato che la nostra Anima abbia altre mire: ha a cuore la nostra più alta evoluzione e attraverso l’espansione della Coscienza “è interessata” proprio a quegli aspetti evolutivi che mai la nostra mente razionale vorrebbe vedere o legittimare e di cui ogni relazione (amicale, sentimentale e parentale) si fa carico. 

Ecco perchè è utile parlare di occasioni mancate e in quest’articolo ci soffermiamo su quelle che riguardano più precisamente la dimensione della coppia.

Le occasioni mancate nella coppia non riguardano MAI ciò che l’altro fa o non fa ma ciò che porta come imprinting vibratorio nel nostro ciclo evolutivo.

Nel primo caso infatti a “lamentarsi dell’altro” è sempre la personalità che schiacciata dai bisogni mai osservati del bambino ferito è coinvolta nella gabbia senza uscita del “tu mi fai bene se…mi dai tutto ciò che mi è sempre mancato”.

L’anima adulta invece è capace di astrazione: là dove emergono ferite e ricatti della personalità ,  la vedreste sfregarsi le mani dalla gioia: la gioia di conoscersi attraverso quel modo unico e irripetibile con cui l’altro ci pungola proprio là dove ci siamo illusi di non provare più disagio, complice la ricerca di qualsivoglia anti-infiammatorio emozionale espresso in dipendenze da pensieri intrusivi, abitudini compulsive, droghe emotive, sessuali, sintetiche.

L’altro arriva ad alzare il tappeto sotto cui abbiamo accumulato strati di polvere che ci ha intossicato per intere incarnazioni.

Una LIBERAZIONE vera e propria, un dono immenso. Ma la personalità del bambino ferito la chiama dannazione, una vera e propria maledizione.

In effetti dal suo punto di vista bisognoso e mendicante è proprio così:

– chi diavolo sei tu per essere arrivata /o a mostrarmi tutto ciò che mai avrei voluto vedere?

Ci piace un sacco sognare l’Amore romantico ma quando siamo di fronte all’occasione di poter iniziare un reale cammino di fusione ce la facciamo sotto e…scappiamo, oppure obblighiamo l’altro ad andarsene.

Dopo l’innamoramento e la fase di idillio infatti arriva il tomento: l’altro viene piegato a demone da schiacciare, da deridere, da allontanare.

Così facendo senza rendercene conto abbiamo firmato la nostra più grande condanna: la distanza che imponiamo all’altro è direttamente proporzionale alla distanza che interponiamo tra noi e la nostra ferita più profonda mancando così l’occasione di ri-conoscerla, ri-sanarla, integrarla.

L’altro viene a farci fare esattamente questo lavoro e a livello profondo noi lo scegliamo proprio per questo, ma non avendo occhi per vedere, una volta arrivato abbiamo anche il coraggio di ripudiarlo.

Il modo in cui lo trattiamo riflette fedelmente il modo in cui trattiamo noi stessi.

Si può dunque realizzare l’amore incondizionato? Certo che sì ma prima occorre misurarsi con “le catene delle condizioni” che ci trascinano nella prigione degli attaccamenti.

Quale può essere un primo punto di partenza?

  • Un primo passo potrebbe essere partire dal presupposto che l’altro vede cose di me che io non vedo (reciprocamente, non solo uno dei due): sono espresse in parole che  fanno male, intuizioni  dolorose che rifiutiamo categoricamente di vedere come se l’altro fosse “colpevole” di metterci in contatto con quel fastidio.

Ma perchè non riusciamo a vederle? Perchè sono ben nascoste nell’inconscio.

L’altro verbalizza ciò che tocca i miei traumi ma io non ne sono consapevole per cui mi chiudo, non accetto, mi difendo.

–  Una domanda utile potrebbe essere “cosa mi sta dicendo l’emozione che attraverso quelle parole sto provando”?

–  Inizio dunque a familiarizzare con il fatto che l’altro vede questo aspetto di me e viceversa: mi prendo dunque tutto lo spazio e il tempo necessario per entrare in contatto con quel dolore sapendo che la mia compagna/o non ha colpe ma sta solo attivando in me la percezione di un fastidio che esisteva già prima d’incontrarlo.

Realizzare la “coppia sacra” è dunque possibile ma questo non coincide con il modello maestro/maestra/ discepolo/discepola. Ciascun elemento della coppia, in alchimia il vaso maschile rappresentato dall’Oro, dal Sole, travasa i suoi contenuti in quello femminile identificato con l’archetipo lunare e viceversa.

Il progetto evolutivo richiede sempre due interpreti di contenuti psichici desiderosi di realizzare in primis la propria individualità per ri-conoscersi poi come Uno . Del resto è una follia pensare all’ Amore a senso unico.

Se percepite di essere in una relazione senza uscita, divisi a metà tra quell’immancabile -la salvo o no? – fermatevi un attimo: non potrete salvare proprio niente e nessuno tranne che voi stessi da quella coazione a ripetere l’inganno di una vita –

CONTINUARE A MASCHERARE CHI SIETE DAVVERO.

Quante volte avete sentito l’espressione “perdere l’Amore della Vita”?

In effetti ha senso proprio se letta così : perdo l’occasione di conoscere me attraverso di te che mi accompagni ogni giorno a intraprendere il percorso per conoscere la mia Anima e dunque chi io sono oltre ciò con cui sempre mi sono identificato. Io, l’Amore della mia vita.

Prima di permettere alla personalità pigra ed auto-sabotante di bollare la relazione come chiusa fermati e osserva ciò che oltre la tua frustrazione si sta muovendo proprio qui e ora: potresti essere di fronte all’occasione della tua vita e mancarla, è un attimo.

 

 

Importantissimo : la portata evolutiva delle relazioni non deve mai legittimare lo stare in relazione con persone violente o che agiscono comportamenti lesivi della dignità umana, sia chiaro. In questo caso anzi è vivamente consigliato interrompere la relazione e farsi aiutare da un professionista esperto a leggere tra le maglie strette di quella o quelle relazioni in cui si ripetono le stesse dinamiche evolutive o distruttive.