Hai iniziato entusiasta a frequentare corsi e seminari di crescita personale. Hai conosciuto un botto di gente ed hai persino pensato che fosse figo: quasi a creare una finestra d’ossigeno rispetto alla prigionia della tua routine quotidiana. Fino a che la vita generosa, non ti ha messo di fronte alla verità più cruda: eri inciampata in una trappola pericolosissima nel ” ritorno a casa” da cui t’è toccato presto redimerti comprendendo che risvegliarti ad una nuova realtà spesso non fa rima con feste illuminate da lampade di sale movimentate da danze orientali e meditazioni sparate a casaccio con tanto di apertura del terzo occhio. Hai dovuto misurarti con l’ennesima illusione.

Durante il percorso evolutivo che ognuno di noi sceglie più o meno consapevole di percorrere, si prospettano degli ostacoli che hanno una funzione precisa: ampliare la Coscienza sperimentando il restare nel qui e ora e la progressiva apertura del cuore (amore incondizionato e compassione) e tutto questo può solo essere vissuto con l’esperienza. Non di certo tramandato a parole.

“Risvegliarsi” ( con la precisazione che compiamo questo processo per poi realizzare che collassiamo in quel che siamo sempre stati ) non significa affatto che tutti i nostri problemi sono finiti, anzi. I postumi solitamente preparano ad una vera e propria crisi spirituale che invade preliminarmente il campo dei rapporti interpersonali. Il cambio di frequenza energetica tipica di uno stato di risveglio della coscienza può risultare così drastico e incomprensibile per le persone attorno che i rapporti talvolta volgono in problematici. I rapporti che una volta erano solidi possono rompersi, alcune coppie sposate si separano ( no, non tutte!), il legame con vecchie amicizie si spezza. Amici e parenti restano spiazzati dal comportamento della persona che vive il risveglio.

Ma soprattutto si può andare incontro a veri e propri disturbi psicologici, primo tra tutti la confusione. Risvegliarsi dall’addormento della macchina biologica può comportare momenti di dissoluzione dell’ego molto difficili da gestire: si possono riscontrare gravi problemi di concentrazione, la mente è sopraffatta da nuovi pensieri e nuove visioni o contenuti mentali inconsci solitamente repressi. In special modo, quando disgregriamo la personalità è fondamentale fabbricare un sostituto del piccolo ego per non perdersi nei sotterranei dell’inconscio e sconfinare in momenti di pura follia . Ecco perchè esercizi come quelli del ricordo di sè sono in questa fase, ritenuti fondamentali per l’aggregazione di un “nuovo io”, un io centrale, un “io testimone“. Il meccanismo del corto circuito psicologico può essere spiegato efficacemente con questo esempio: è come se i programmi di un pc si interrompessero e il pc smettesse di funzionare temporaneamente.

Sto cercando di dirti che la transizione che un che un cambio di frequenza richiede può essere molto delicato nella misura in cui uno dei sintomi è quello della solitudine profonda. Si tratta della percezione di un isolamento pseudo forzato, della sensazione di non riuscire a comunicare con gli altri quello che ci sta succedendo interiormente per il timore di non essere compresi fino in fondo.

La solitudine non nasce dal fatto di non avere persone intorno a noi, ma dall’incapacità di comunicare loro le cose che ci sembrano importanti, o dal considerare valide idee che altri giudicano inverosimili. Carl Gustav Jung

Il senso di solitudine che ti sembra di percepire non è che l’ennesima illusione :  non è uno stare soli che appartiene ad un sé separato, non è isolamento, non è un “nessuno potrà mai capire questa mia condizione”. Piuttosto, si tratta di una condizione necessaria e strumentale a dirigere l’attenzione verso l’interno, in quello spazio sacro in cui la solitudine spirituale ci spinge fuori dal mondo fisico costringendoci a connetterci con il piano superiore dell’intuizione per dialogare sul piano dello spirito.

Ed ecco che si manifestano sincronicità, riceviamo segnali e messaggi, avvertiamo la sottile e forte presenza sui piani sottili di energie altre da noi.

L’ultimo giorno di questo per me faticosissimo mese di marzo, appena concluso un appuntamento per me importante, son uscita a prendere un gelato ammirando il panorama incantevole generosamente offerto della città in cui vivo.

A far capolino, sulla ringhiera languidamente affacciata sul mare, un biglietto annodato con un filo di cotone: lo srotolo con il fare dei bimbi che si approssimano a scartare un regalo e leggo..

Sorridendo ed annuendo ho sentito che questo messaggio doveva attraversare me per giungere a infinite altre creature speciali. Sì, sto parlando di te che mi leggi. Non sei solo, MAI!