Ci siamo,
è arrivato quel giorno che come nessun altro chiama a raccolta schiere di adulatori e dissidenti, di romanticoni e anaffettivi convinti, i negazionisti del sentimentalismo: S. Valentino.
I negozi si colorano di rosso e l’immancabile Teddy con la scritta I love you in vetrina catalizza l’attenzione sempre altissima dei cuori colpiti da Cupido tanto quanto quella, incattivita, dei fulminati dal giovanotto infuocato da arco e frecce.
Ora, non prendiamoci in giro: è davvero S. Valentino il nodo della questione? Ovvio che no. Tuttavia possiamo leggerlo come archetipo dell’ irrealistica e non meno pericolosa proiezione/idealizzazione sul tema Amore in cui tutti, in una qualche misura, siamo inciampati prima o poi.
Ti basterà aprire un social network per avere un riscontro immediato di quel che sto dicendo: più s’avvicina questo giorno e più leggerai sottili esternazioni di furore e malcontento tanto quanto condivisioni di gioia e bellezza. Nella distanza tra una reazione l’altra si gioca tutta la nostra personalissima visione dell’Amore : ideale o reale? Sano o disturbato?
Lavoro con tantissime persone e l’argomento relazione è stato quello che negli anni ha fatto da padrone (al secondo posto solo la frustrazione per un lavoro che non corrisponde ai propri desideri) e questo non deve affatto stupire. Nessun altro sfondo se non quello sentimentale a preparare il terreno su cui vedremo agire i nostri irrisolti, le nostre ferite più profonde, il nostro ancestrale bisogno d’amore e consenso come fossero tigri a briglie sciolte.
Una modalità che riscontro costantemente quando accolgo in studio ” il mal d’amore” è quella che ho ribattezzato sindrome da album delle figurine.
Mi spiego meglio. Ci piace credere alle relazioni giuste e a quelle sbagliate (in Amore come in Amicizia) e iniziamo a giudicarle con lo stesso slancio di chi sta giudicando un abito troppo stretto, giusto, o largo. La pretesa che avanziamo inconsciamente è che l’altro vada bene quando corrisponde a bisogni di cui non siamo neanche consapevoli e in base a quanto li soddisfa giudichiamo la relazione con lui/lei giusta o sbagliata.
Chissà perchè però, in barba a fiumi di parole e infinite narrazioni con cui crediamo di sapere di cosa stiamo parlando quando pronunciamo la parola Amore nella convinzione di – saper amare- davvero , ci scatta l’accanimento e la dipendenza proprio rispetto a chi, “la casellina dei bisogni” sembra mancarla ogni volta.
Chè le figurine mancanti si sa, sono quelle che più ci hanno fatto tribolare nell’infanzia dalla smania di completare l’album, o no?
Ora, lo so che cresciuti a pane e pellicole cinematografiche in cui baci sotto la pioggia, corse disperate in aeroporto che fanno saltare piani e progetti in nome del ” senza di te non vivo” e dichiarazioni super romantiche in pubblico senza aver mai iniziato a conoscere davvero l’altro – è difficile mettere i piedi per terra, sciacquarsi la faccia e iniziare a svegliarsi per realizzare che sì, fuori dal film la realtà è un’altra.
Però ecco, prima o poi ti tocca farlo ragazza mia.
E allora, partiamo dalle basi.
Piccola premessa: mi rivolgerò in questa sede soprattutto alle donne perchè nel mio lavoro di consulenza i punti che riporto qui sotto sono in assoluto i più argomentati, in sessione, da loro.
Quello che un film romantico (poi dipende dal film, dal regista, dall’ intenzione della scrittura filmica- però facciamo che ci concentriamo sulla media commerciale che ci ha sorpresi un po’ tutti spettatori) difficilmente ti dirà è che:
- qualche regalino o invito a cena non diventa in automatico ” mi ama davvero e mi rispetta, è l’uomo della mia vita”
- quando sei nel tuo momento di down e lui/lei puntualmente non c’è, si defila o temporeggia a vederti adducendo il prontuario della scusa perfetta, fidati, non ha nessun impellente e urgentissimo dilemma psico- esistenziale da risolvere: non – ci vuole essere. Punto. Fermati e respira prima di far partire la cronistoria di tutte le azioni con cui per l’ennesima volta lo/la giustificherai
- se davanti ai tuoi successi lo sorprendi irrequieto e ansioso e se anzichè supportarti nel tuo volo ti sembrerà il primo detrattore pronto a depistarti dall’iniziare quel progetto o quell’impresa, calmati: no, non significa che è premuroso ed ha paura che tu possa farti del male o che possa essere delusa dall’incontrare tante nuove persone nel tuo cammino. Probabilmente sta rispondendo alle sue insicurezze e se non disattendi le sue richieste, quelle insicurezze sono anche le tue.
- se un semplice malinteso o richiesta di confronto si conclude con ingiustificabili e interminabili sparizioni, blocchi e qualsivoglia altra forma di punizione, per favore, non cavartela con la storia del “ ho fatto io qualcosa di sbagliato, me lo merito”, e ogni sorta di giustificazione che ti lasci tremante nell’angolo con gli occhi inorriditi come forse ti capitava da bambina. Stai subendo un’altissima e pericolosa forma di vigliaccheria e di grave violenza psicologica. Se non riesce a gestire la responsabilità di un dialogo o confronto stai certa che non è colpa tua ma ne diventi complice e responsabile se ancora ti vesti da crocerossina per legittimare tutto questo ( e farai anche il suo bene, fidati)
- se chiedere scusa non è contemplato nel suo sentire (vedi punto precedente) chiediti allora quale sia il tuo nell’accettare nella tua vita un simile trattamento. Come ti lasci trattare da lui è come ti tratti tu.
- Se (questa da qualche mese è quella più “gettonata” dalle donne che mi scrivono) “sei carina” e ti chiama per il sesso e poi, magicamente, non lo vedi più, figuriamoci sentirlo per parlare dei massimi sistemi, no, ” non ha terrore dell’intimità “ o “paura di mettersi in discussione perchè tu hai una testa brillante e una vita che a lui manca e magari non si sente all’altezza”. Per lui ha valore quello che in quei momenti vi scambiate. Stop. Anche se ci piace credere in un mondo parallelo, il linguaggio dell’uomo è profondamente più pratico e semplice. Stai attenta a non proiettare su di lui il tuo sentire perchè è appunto il tuo. Il suo, non lo conosci, non sei nella sua testa e non sarà l’oroscopo a dirti che in fondo tu “l’ hai inquadrato perchè ci hai visto oltre in quanto dama venuta ad illuminarlo”.
- Se ti chiede spazio o se sei la prima ad averne bisogno, tu, glielo devi concedere. Non esisti solo tu e le tue aspettative da principessina, esiste l’altro, i suoi bisogni e i suoi desideri che non necessariamente coincidono con i tuoi.
- Se (questa è fresca fresca di giornata post consulenza) lo vorresti più attivo nel prendere in mano la sua vita, realizzarsi ( ma quel che questa parola significa per te, non è detto che abbia lo stesso valore anche per lui) , esprimersi appieno, trascurarsi un po’ meno, ricordati che non spetta a te. Tu puoi solo supportare con il tuo Amore e testimoniare con l’esempio concreto. Non ha bisogno di una prof di vita e soprattutto di una seconda mamma. Amare in modo sano passa anche dalla fiducia che riponi in lui e nelle sue risorse, il punto è tu, bella mia, credi nelle tue? Stressarlo è un attimo quando ciò che ti aspetti da lui sei la prima a non aver realizzato. (meccanica super frequente nelle donne che incontro)
Naturalmente la lista potrebbe continuare ancora ma per ora mi fermo qui.
Cosa succede dunque fuori dal Film?
La buona notizia è che le cose possono andare ancora meglio a condizione che:
- ri-parti sempre e comunque da te;
- la smetti di prendertela con S. Valentino che nulla ha a che vedere con il tuo vivere l’idea che hai dell’Amore
- qualunque disastro sentimentale tu abbia vissuto tu, una volta metabolizzato il dolore, non scadi nel noiosissimo copione della vittima affranta che non crede più negli uomini a fronte della sciagura che hai vissuto con il precedente. A ben vedere, non l’hai subita, ad un qualche livello profondo certamente l’hai scelta, e onestamente non ci voglio mica credere che sia stato tutto da buttare. Scommettiamo che invece, nonostante tutto, hai vissuto momenti bellissimi, colorati e sempre degni di memoria se affidati alla custodia intelligibile del cuore?
Sorridi fanciulla, sei ancora su questi schermi e sei VIVA, don’t forget it.