
La mia risposta è un convinto “Sì”, a patto di partire da noi.
Stamane ho assistito ad una scena che più e più volte mi si è presentata in passato.
Sala d’attesa del medico: un papà dal fare visibilmente iracondo che urlava alla sua bambina, incurante del contesto e delle persone che erano presenti:
– 𝒕𝒖 𝒔𝒆𝒊 𝒔𝒐𝒍𝒐 𝒖𝒏𝒂 𝒃𝒂𝒎𝒃𝒊𝒏𝒂 𝒏𝒐𝒏 𝒄𝒂𝒑𝒊𝒔𝒄𝒊 𝒏𝒊𝒆𝒏𝒕𝒆.
Risposta di lei:
– 𝑃𝑎𝑝𝑎̀ , 𝑓𝑜𝑟𝑠𝑒 𝑡𝑢 𝑛𝑜𝑛 𝑐𝑎𝑝𝑖𝑠𝑐𝑖 𝑐ℎ𝑒 𝑖𝑜 , 𝑑𝑎 𝑔𝑖𝑜𝑟𝑛𝑖, 𝑐𝑒𝑟𝑐𝑜 𝑑𝑖 𝑑𝑖𝑟𝑡𝑖 𝑎𝑙𝑡𝑟𝑜, 𝑚𝑎 𝑡𝑢 𝑛𝑜𝑛 𝑚𝑖 𝑎𝑠𝑐𝑜𝑙𝑡𝑖 𝑒 𝑡𝑖 𝑖𝑛𝑛𝑒𝑟𝑣𝑜𝑠𝑖𝑠𝑐𝑖…𝑡𝑖𝑝𝑜, 𝑙𝑎 𝑝𝑢𝑛𝑖𝑧𝑖𝑜𝑛𝑒 𝑑𝑖 𝑖𝑒𝑟𝑖 𝑝𝑒𝑟𝑐ℎ𝑒̀ 𝑚𝑒 𝑙’ℎ𝑎𝑖 𝑑𝑎𝑡𝑎, 𝑖𝑜 𝑛𝑜𝑛 𝑙’ℎ𝑜 𝑐𝑎𝑝𝑖𝑡𝑜 𝑒 𝑝𝑒𝑟 𝑞𝑢𝑒𝑠𝑡𝑜 𝑚𝑖 𝑠𝑜𝑛𝑜 𝑚𝑒𝑠𝑠𝑎 𝑎 𝑝𝑖𝑎𝑛𝑔𝑒𝑟𝑒 𝑒 𝑠𝑡𝑎𝑛𝑜𝑡𝑡𝑒 𝑛𝑜𝑛 ℎ𝑜 𝑑𝑜𝑟𝑚𝑖𝑡𝑜 – 𝑟𝑖𝑠𝑝𝑜𝑛𝑑𝑒 𝑙𝑒𝑖, 𝑖𝑛𝑐𝑜𝑟𝑛𝑖𝑐𝑖𝑎𝑡𝑎 𝑖𝑛 𝑢𝑛 ‘𝑎𝑢𝑟𝑎 𝑑𝑖 𝑟𝑖𝑏𝑒𝑙𝑙𝑖𝑜𝑛𝑒 𝑐𝑜𝑚𝑝𝑜𝑠𝑡𝑎 𝑚𝑖𝑠𝑡𝑎 𝑎 𝑡𝑟𝑖𝑠𝑡𝑒𝑧𝑧𝑎.
Replica del papà :
– 𝒔𝒆, 𝒔𝒆, 𝒗𝒂𝒃𝒃𝒆̀, 𝒂𝒍𝒍𝒐𝒓𝒂 𝒑𝒊𝒄𝒄𝒊 𝒅𝒊 𝒔𝒐𝒏𝒏𝒐 𝒔𝒐’ 𝒒𝒖𝒆𝒔𝒕𝒊.
( qui al sud Italia, Terra in cui vivo quella dei “picci di sonno” è un’espressione cui si ricorre spesso per indicare i capricci dovuti al non essere ancora desti dopo un sonnellino).
Osservando la scena , mi commovevo per la bellezza infinita, la compostezza, il decoro ma anche il fuoco con cui questa bambina provava a sostenere l’argomentazione a senso unico con il suo papà.
Mentre i più si scaglierebbero a favore o contro l’atteggiamento di lui, io non posso che confermare che tutto questo è ancora una volta , un’occasione unica, straordinaria , per confermare l’urgenza non più rimandabile:
- ri- voluzionare, totalmente, un sistema che si impone sempre più edu-castrante rispetto alla libera manifestazione della personalità del bambino così da poter creare un terreno fertile su cui poter piantare i semi di una educazione atta a riconoscere il richiamo dell’Anima , senza più viverla in conflitto con le dinamiche di personalità.
Questo, in considerazione di ciò che dovrebbe essere ormai scontato ma da cui, purtroppo, continuiamo ad essere lontano anni luce:
- è l’essere spirituale del bambino ad essersi incarnato nella fisicità dei suoi corpi e non il contario.
- Come evidente, se il genitore, per primo , non è stato educato a questa visione, non si potrà che assistere ad un fedele replay di dinamche giù straviste.
Ciò che accade in politica o nel versante socio-economico mondiale, restituisce una fotografia, titolata a caratteri cubitali:
“𝒔𝒊𝒂𝒎𝒐 𝒏𝒆𝒍𝒍𝒂 𝒎…..𝑺𝒆𝒏𝒛𝒂 𝒔𝒆 𝒆 𝒔𝒆𝒏𝒛𝒂 𝒎𝒂.
E lo siamo, ancor di più, se non ci rendiamo conto che questo ” difetto della vista ” dimora in ognuno di noi, muovendosi indisturbato, sin dai primi tempi dell’infanzia.
Gi uomini del Futuro si forgiano oggi. In che modo però?

Personalmente mi ritengo una Donna molto fortunata: sono circondata da bambini, figli di amici molto intimi e di cui sono sono ri-battezzata zia acquisita, che mi obbligano ad andare letteralmente in crisi :
– mi porgono domande a cui non so davvero cosa rispondere e sentendosi da me ascoltati e , non ultimo, trattati alla stregua del non trascurabile fuoco di coscienza che li permea in ogni atomo, mi invitano a intavolare conversazioni che puntualmente mi colgono imbarazzata.
Talvolta, torno a casa scioccata.
Questo però, mi mostra ancora una volta, il mio sentirmi spesso inadeguata.
Il fatto che io non sia diventata genitore di un figlio fisico, non mi esonera dal dovere morale di lavorare, con e attraverso la loro energia, per ri-consegnarmi come interlocutore sveglio, a fronte della immensa responsabilità comunicativa e relazionale che ciascuno di noi ha verso l’atro.
Se si tratta di un bambino, il valore di testimoniare l’Essere diventa per me ancor più inestimabile.
Coloro i quali si sono incarnati negli ultimi anni, arrivano sul Pianeta con una missione ben precisa: rompere gli schemi della società ormai obsoleti ed aiutarci a rompere quei confini di dualità che seminano guerre, odio e distruzione

A volte sembrano letteralmente incazzati e noi li giudichiamo “inadeguati”: che errore/orrore! Come si possono infatti rivisitare i vecchi schemi se spegniamo quel loro slancio bellissimo e purissimo a non adeguarsi a modelli che ingabbiano e ammazzano sul nascere l’ espressione del genio creativo?
È doveroso invece, intervenire sul sistema educativo svecchiandolo e modulandolo sulla necessità di non contaminare la missione dei piccoli
È una responsabile collettiva. Ed io ho scelto di abbracciarla in toto.
Il nostro futuro comincia dall’atteggiamento verso il nostro presente .