Rabbia, timori, paure invidia, gelosia, ansie, senso di sconforto e inadeguatezza, stress, forme di pensiero di bassa vibrazione, preoccupazioni varie sul futuro, pessimismo incallito, mancanza di fiducia nella vita, desiderio di vendetta, senso di colpa e molto altro ancora. Alzi la mano chi non ha mai fatto esperienza di una simile tossicità emozionale che se non adeguatamente gestita, può assumere il controllo assoluto sulla nostra esistenza mandando in tilt il sistema immunitario e creando un surplus di adrenalina nel sangue. Come accade tutto questo?
La sensazione più comune è quella di sperimentare l’impossibilità di fermare i pensieri che come in un loop, si alternano tumultuosi e ballerini su passato e futuro, contribuendo a creare uno stato emotivo altamente tossico di fronte al quale la maggior parte di noi risponde con la negazione o la repressione.
A non darci tregua e creare scompiglio è il nostro corpo emotivo che insieme al corpo fisico e al corpo mentale compone la nostra personalità.
Diciamocelo subito: da un punto di vista alchemico le emozioni non possono essere ignorate, pena il rinunciare alle informazioni importantissime che esse portano con sè. Reprimerle, fugarle, combatterle per timore di non reggerne la loro portata emotiva, produce solo delle pericolose controindicazioni: lottare contro quella parte di noi che invece ci chiede di essere vista, accolta, compresa, ascoltata.

E allora come gestirle?
” La fase più importante del lavoro consiste nel convincere prima la mente conscia poi quella inconscia che le emozioni negative non hanno alcuna giustificazione. La mente giustifica le emozioni e le tiene vive, quindi sulla mente bisogna lavorare affinché si crei un « ambiente mentale » in cui le emozioni negative appaiono per quello che sono. Esse da un lato sono manifestazioni che ci sottraggono energia e ci fanno soffrire se le consideriamo inevitabili e lasciamo che abbiano il sopravvento dall’altro lato sono strumenti indispensabili alla nostra trasformazione – se cominciamo a osservarle e a lavorarci nel modo corretto.” S. Brizzi
- Ribalta il paradigma: da asportare per rimuovere ad accogliere per conoscere
Eh già. Siamo culturalmente programmati a togliere, asportare e dunque rimuovere quel che esprime un dolore potenziale. Quel dolore che abbiamo paura di sentire nei visceri e che si annida negli anfratti dell’anima.
Ma rinnegare emozioni simili equivale a rifiutare se stessi.
E da se stessi no, non si scappa mai. Perciò tu allenati ad accogliere. Crea spazio , estendi il confine in cui l’emozione possa adagiarsi e prendersi lo spazio tempo che le serve per comunicare con te. E se ti pare restia a farlo, fai tu il primo passo e incoraggia un contatto con lei. Come?
2. Prendi l’emozione e portatela a spasso!
Sì, hai inteso bene. Ti sto proprio chiedendo di parlare ad alta voce con le tue emozioni, (che poi è quello che forse ogni tanto hai azzardato mentre eri da sola in camera da letto giudicandoti subito dopo come matta). Chiaramente prima ancora di parlarci ti è richiesto di “accorgerti” che la stai provando e puoi farlo in questa modalità: immagina che ci sia un’ altra te che osserva la te che sta provando quell’emozione. L’atto di disidentificarti da quel che stai provando, fa sì che si crei quel giusto spazio che “guarisce” la nevrosi e ti permette di trascendere l’emozione.
L’idea è proprio quella di portartele a spasso quasi ad invitarle a bere una tazza di
tè tra amici. O se ti risuona di più, immagina di poter dire a quell’emozione: “hey, facciamo così, ti do ospitalità in casa mia . Non posso dedicarti la mia camera da letto, ma ti invito a stare nel soggiorno. Prenditi pure i tempi che ti servono per comunicarmi il perchè della tua visita. E solo allora, ci saluteremo ringraziandoci per la condivisione!”.
3. Diventa genitore di te stessa
Se fossi mamma di quella bambina che spaventata, al tuo interno, cerca in tutti i modi la tua attenzione, come le risponderesti? La ignoreresti? La prenderesti a calci? Sappi che tutte le volte che te la fai sotto al pensiero di entrare in contatto con te stessa rinnegando quello che provi o consegnandoti, come fossi una tossica, a tutte quelle attività che ti distolgono dal porre attenzione al tuo interno, tu stai calciando contro quella creatura!
Quando ero piccola e vivevo un disagio emotivo, mi addestravo, senza saperlo, a contenere ogni mia emozione. Dall’esterno arrivava puntuale un monito espresso in frasi come ” su con la vita!”, ” spalle aperte e testa alta”, ” non darla vinta a nessuno e sorridi sempre e comunque”. Niente di più sbagliato. Tutto questo ha fabbricato una bambina che con il sorriso di un’ebete, si sforzava di esprimere entusiasmo quando invece dentro urlava aiuto, sentendo di spegnersi sempre più.
4 . Let it be
Sì, lascia che sia. Lascia andare. Ha senso che ogni tanto il tuo mare s’increspi di onde e mareggiate emotive. E può fare tutta la differenza del mondo sai? In fondo, è esattamente questo il modo in cui la vita ci protegge: se non sappiamo dove andare infatti, che senso può avere trovarsi in mezzo al mare in tempesta con la visuale completamente offuscata e che ci fa navigare a vista?
Talvolta, ci è richiesto di attraversare la mareggiata prendendo le opportune distanze ritirandoci per un po’ sul bagnasciuga, là dove la vista si allarga e il petto respira.
5. Sposta l’attenzione dalla mente al respiro
R – E – S – P – I – R – A. Allenarsi a gestire un’emotività in subbuglio non può prescindere dall’imparare a respirare bene. Dunque ti passo un esercizio facile ma che può aiutarti molto quando la tua mente indugia su pensieri maniacali e compulsivi.
Immaginando di avere un palloncino nell’addome, inspira lentamente per 4 secondi ed espira per circa 7 secondi seguendo con atteggiamento presente il movimento del tuo addome, e pronuncia internamente “io sono calma, io sono serena” durante l’esalazione. Ripeti per almeno dieci volte fino a che avverti che la tensione si allenta. Una simile attività riduce notevolmente l’attività del sistema nervoso simpatico che gestisce le oscillazioni emotive mentre aumenta l’attività del sistema nervoso parasimpatico, responsabile del ripristino dell’equilibrio fisiologico.
Inspira fiducia, espira la frustrazione.
Porta dentro di te il coraggio, esala il giudizio.
Che tu possa essere nient’altro che bellezza.
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