Sì voglio chiederti proprio questo. Si parla tanto di illuminazione e risveglio. Ma tu quanto sei disposto a sopportare?

C’è che ad un certo punto non c’è più nulla.

 Non ci sono più le dissertazioni filosofiche con tanto di appunti accatastati tra gli infiniti scaffali della tua mente eternamente duale;
 Non ci sono più gli esercizi di mera dottrina e il culto estetico degli attestati;
 Non ci sono adepti e non ci sono guru.

Non c’è un bel niente se ti manca l’ APERTURA del CUORE.

In queste ultime due settimane di dubbia fluidità, ho percepito che qualcosa scorreva a fatica. Come se fiumi di energia si vuotassero in canali dalle tubature rotte, dove quel che vuole uscire sembra come impossibilitato a farlo. Dove il ricordo di quel che è stato inibisce il passaggio a quel che è e deve, necessariamente, essere. Perché ad una certa comprendi che se c’è una “chiamata”, allora tu la devi ascoltare, punto. Cioè non si sfugge proprio. O per lo meno puoi opporgli resistenza fino a quando sarà lei a decidere per te.

In generale, ho sentito di sopportare  troppe cose fino a quando ho compreso che quel che “sopportavo” era semplicemente quel che non riuscivo a lasciar andare.

 

Come ho ” risolto” ? Scegliendo semplicemente di non risolvere.
Il respiro si è disteso, il torace espanso e la nuova consapevolezza ha fatto capolino: quanto inibiva il mio incedere morbido sul mio cammino era
qualcosa che riguarda il sentimento della perdita.  Lo conosci anche tu? Hai mai sentito parlare di Il lasciar andare?

 

Facciamo così. Vorrei che ti chiedessi Ora, proprio ora, se nell’ ascolto di Te e di quel che sei venuto a fare nel Mondo ci sia per caso, a bloccarti, la paura di:

  •   che cosa penseranno gli altri ( amici, nemici, conoscenti, parenti, uccellini simpatici nel cielo blu e sconosciuti )
  •   cosa ne sarà di Te nel momento in cui non potrai più proiettare sugli altri la responsABILITA ‘ di quel che sei venuto a realizzare;
  •  cosa potresti “perdere” ( un po’ come quei personaggi dei videogames che nel raggiungere la meta perdono “vite” a più non posso ma non per questo “perdono ” la partita).

Quando mi chiedi per esempio come si fa a conoscere la propria missione e ad esprimerla (confondendo spesso il processo come qualcosa di facile, figo, acquistabile con un click e pronto all’uso) io ti rispondo cosi:

 

QUANTO SEI DISPOSTO A SOPPORTARE?

Lo ripeterò sempre, finchè mi accompagnerà fiato: il risveglio interiore o spirituale, o come vuoi chiamarlo, non è una passeggiata vacanziera tra piscine colorate e fiori di lillà. E lo ripeto perchè nell’universo della crescita personale , con l’avvento della filosofia New Age è sempre in agguato il fraintendimento: costantemente bombardati da letture e corsi che ci spiegano come avere successo, come primeggiare sugli altri, come essere immancabilmente dei numeri uno, ci dimentichiamo che invece noi siamo già tutto. Abbiamo proprio tutto quel che serve per brillare ed essere la meraviglia che siamo, ma per farlo abbiamo bisogno di risvegliarne il ricordo con un lavoro di destrutturazione, di pulizia, di ordine.

Pulizia sì, ma di cosa? Cosa abbiamo bisogno di disintegrare?

  • Tutte le impalcature su cui abbiamo adagiato l’immagine di chi credevamo di essere, seppellendo il nostro sè reale sotto strati di polvere ispessita da una marea di menzogne, di maschere indossate ed abusate, di fango emozionale di una tossicità cosmica.

E non è finita qui. Abbiamo bisogno di scendere negli abissi delle nostre ombre, di guardarle finalmente in faccia. Abbiamo bisogno di dialogarci e chieder loro cosa son venute a dirci. Risvegliarsi è cambiar pelle e questo passaggio non è indolore.

  • Immagina di strapparti di dosso la pellaccia che ti ha ricoperto  e “protetto” in tutti questi anni...di quella protezione che somiglia al comfort, di quella protezione che è stata anche inibizione dell’osare, dell’ esprimere te stesso nella tua nudità, nella tua straordinaria bellezza di anima.

 Con questo non voglio spaventarti, ma solo, mi auguro, risparmiarti probabili illusioni perditempo che io per esempio, avrei voluto evitare.

La mia guida qualche giorno fa mi sottolineava che un processo di simile distruzione è però creativa : per quanto necessaria e “fastidiosa” è infatti una strada (per me l’unica praticabile) che porta all’ amore per te stesso/a che insegui da tempo immemore.

Non esiste una via preferenziale per tornare ad esseri integri, completi, finalmente guariti. 

 

L’illuminazione è un processo distruttivo, che non ha niente a che fare con il diventare migliore o piu’ felice. L’illuminazione è sgretolare via la non verità. E’ vedere attraverso la facciata della finzione. E’ sradicare completamente tutto cio’ che immaginavamo essere vero”. Adyashanti

La soglia di quel portone da attraversare non è fuori di te ma all’interno. In quell’ unico spazio dal passaggio inibito a molti ma non a te stesso. Cosa succede se lo attraverso? A cosa sto rinunciando? Cosa sto lasciando andare? Siamo come bambini terrorizzati dal buio e pertanto ci aggrappiamo con forza a surrogati di luminosità da discount. Per fare il prossimo passo occorre avere coscienza di quel che frena, a volte paralizza e blocca. Di la verità, quanto hai paura di esprimere tutta la tua incredibile grandezza? Tutte le scuse che ti stai raccontando e credenze cui ti stai aggrappando sono solo l’ effetto esteriore di una paura che ti congestiona energeticamente dall’interno.

Sei nato per splendere. E allora SPLENDI.

 

 

 

Risveglio significa intravedere per la prima volta che le cose o la realtà non stanno come pensavamo, ed è un processo che dura quanto la guarigione stessa.
Per cominciare ci serve un punto d’entrata o scintilla, una cosa qualsiasi che scuota il nostro vecchio sistema di convinzioni sulla realtà e cioè il modo in cui pensavamo che stessero le cose[…].
A questo punto incominciamo a provare confusione, paura, entusiasmo, eccitazione, tristezza, intorpidimento e rabbia.
Tutto ciò significa che cominciamo a “sentire”, a entrare in contatto con quello che siamo veramente: il Bambino Interiore, l’ Io Reale.
Ma molti rinunciano e, arrivati fin qui, decidono di non andare oltre.
Trovano più facile e comodo ritirarsi nel loro io falso o co-dipendente perché sono terrorizzati da queste emozioni.
“Il bambino interiore”

Charles L. Whitfield

 

Se ti è piaciuto l’articolo condividilo sui social! Non esiste modo migliore di crescere insieme!

Se vuoi rimanere in contatto con Floriana, iscriviti alla Newsletter per ricevere news e aggiornamenti.

Ti basta inserire nel box qui sotto un indirizzo e mail valido.