“Tornare alla normalità“. Tra ansietà e paura per alcuni e un misto di eccitazione e tensione creativa per altri,  è racchiuso in questa frase parte del sentire comune in queste ore.

Una parte appunto. Perchè poi c’è chi ad una presunta condizione di normalità non ci vuole proprio tornare, come Federica, che in risposta al precedente articolo quale mondo ci aspetta dopo la quarantena  mi scrive ” Floriana, io ho seriamente paura di tornare alla normalità…non perchè io abbia cose particolari da affrontare…ma perchè in questo tempo mi sono sentita come in una bolla in cui mi sono finalmente legittimata ad essere quella che ordinariamente non sarei…cioè quasi mi sembra di sognare e ho ripensato alle tue parole durante il mio ultimo incontro con te – certo che stai sognando, accade quando stiamo dormendo no?- ecco mi dicesti questo e…ci ripenso e ripenso”.

Sono stata grata a Federica per questo suo messaggio perchè come sempre non è mica solo il suo, ma una nota in dolby surround della coscienza di massa.

Le ho risposto proponendole una ri-lettura di Alice nel Paese delle Meraviglie. Chè il passo da qui ad Alice nel Paese della Quarantena è davvero breve.

Ve lo ricordate tutti vero?

Alice ormai ragazzina, fa un sogno ricorrente che richiama a sè un lontano ricordo che le provoca incubi durante la notte. In questo posto sui generis, s’avvicendano uno stregatto, piante e animali che parlano tra loro, un bruco blu.

Un mondo folle. Un mondo di pazzi. 

Nel sogno, quando l’addormentamento è profondo, non abbiamo bisogno di chiederci quale senso possa esserci di fronte a tanta assurdità. Non ci proviamo neanche. Il “problema” nasce al risveglio quando al cospetto di una realtà guidata da limiti, sovrastrutture, condizionamenti , regole e “certezze” ci chiediamo quale nesso possa esserci con quel sogno apparentemente privo di senso. E’ questo lo slancio che guida Alice che, turbata, corre dal padre e si chiede se per caso non stia impazzendo.

Ma il padre le risponde : “La follia” le risponde il padre “e’ una virtù che solo i migliori posseggono”.

Perchè sì,  dire un secco “no” a regole e condizionamenti radicati all’interno di un sistema richiede quel seme di follia che non è conditio di a-normalità in senso stretto ma naturale e chiaroveggente linea di confine tra ciò che è comunemente considerato “normale” ed il concetto generalmente condiviso di “diverso”.

Il mondo lo hanno sempre cambiato i folli, gli eretici, le streghe ed i ridicoli.
Non le greggi.

-Anna Salvaje-

Ora si sa, “il diverso” spesso fa paura nella misura in cui non è conosciuto dal territorio condizionato e iper- controllato della mente umana che ha imparato a legittimare solo ciò che conosce.

E quel che non conosce, di riflesso, viene subito etichettato come “pericoloso”, veicolo di minaccia e in quanto tale da confinare con diffidenza e per una illusoria percezione di sopravvivenza. Stesso identico schema dei primati: “attacco o fuga”.

-Ma io non voglio attaccare, voglio solo poter esprimere liberamente quel che questa quarantena forzata mi ha insegnato. Voglio sentirmi libera finalmente, di esprimermi , di non tornare all’ordinario, ma come dici tu all’Extra- Ordinariomi risponde Federica durante la nostra chiacchierata.

-Ed è proprio questo il punto- replico a a Federica – giacchè se senti davvero la vibrazione della libertà tutto il tuo Essere collaborerà con te per Essere libertà, ti conviene prepararti molto bene ragazza mia perchè là fuori qualcuno attaccherà o da te s’allontanerà”. 

Federica non parla più. Resta in silenzio. Ed io scelgo consapevolmente di non aggiungere una sola parola in più. So per certo che il suo sè le mostrerà il sentiero, qualunque esso sia.

Chè la libertà costa cara ma ci chiediamo mai a quale prezzo stiamo pagando il peso delle gabbie mentali in cui abbiamo scelto di soggiogare l’ultimo baluardo della libertà di esistere?

Quanta autorevolezza in una sola parola: ” esistere ” – ex – sistere = stare al di fuori .

Al di fuori dei dogmi. Degli stereotipi. Delle cristallizzate convenzioni e servili condizioni. Al di fuori del conosciuto dove tutto può finalmente essere vissuto.

Mi piace pensare che in questo tempo non tempo, di sospensione creativa e materna destrutturazione il Corona-Virus abbia consegnato, con inappuntabile generosità un’ occasione senza eguali: la legittimazione della regalità del sentire.

La corona con pensieri di zaffiro ed emozioni di diamante, fabbricate all’interno e non più delegate all’esterno. Indossata da sua Maestà il Sè, unico vero Capitano dentro di Te.

Nessuno lì fuori potrà renderti mai Re o Regina del tuo Regno interiore.

Disidentificati dall’apparenza ed abita la tua Essenza. Per farlo, coltiva la prudenza ed esprimila all’occorrenza.

Rinuncia al concetto di “normalità” in nome del sacro fuoco della libertà: di essere, di fare, di agire. Di creare la tua nuova realtà.

Come sempre e mai come adesso, Ritorna a te. Ritorna a Casa.

Sii sempre, in ogni circostanza e di fronte a tutti, un uomo libero e pur di esserlo sii pronto a pagare qualsiasi prezzo.

 Sandro Pertini
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