Un certo snobismo spirituale stigmatizza la realtà fenomenica a compartimenti stagni: “𝑐𝑖𝑜̀ 𝑐ℎ𝑒 𝑣𝑖𝑒𝑛𝑒 𝑑𝑎𝑙𝑙𝑎 𝑡𝑣 𝑒̀ 𝑓𝑒𝑐𝑐𝑖𝑎”, figuriamoci se a farsi portavoce di certi messaggi è una influencer di quelle che il nome ovunque e a mio parere, nel suo lavoro, parecchio in gamba per quanto io non la segui e sono distante anni luce dal livello coscienza sotteso a tanta divulgazione di messaggi, valori, idee e quant’altro.
Proprio per questo, riconosco la bellezza del Sevizio offerto, ciascuno in base al proprio percorso animico, all’evoluzione collettiva “che passa necessariamente dal senso di separazione e dualità prima di raggiungere l’unione.
Il principio dell’Uno non può che incarnarsi nella materia prima di vivere la sua manifestazione nello Spirito.
Sicuramente abbiamo un pezzo di strada da fare prima di integrare tanta parte del nostro giudizio interno camuffato molto bene additando l’esterno , ma ognuno di noi può fare la sua parte iniziando a testimoniare un cambiamento.
Arrivare a così tante persone, toccare il cuore grazie alla capacità empatica di suonare le corde della vulnerabilità interiore è un’ altissima forma di potere: gestire la responsabilità che deriva dalla gran visibilità.
È chiaro che questo passa dai contenuti condivisi, ma chi può dichiarare il valore di essi quando passano necessariamente dal proprio vissuto personale e da quella storia karmica in cui nessuno è chiamato a sindacare ?
Non è colpa di nessuno se la vita di qualcuno è apparentemente così “diversa dalla nostra”, se le sue esperienze ci sembrano sempre più luccicanti, i portafogli più pieni , la sua fetta di cielo attraversata da pensieri “più sereni” ( ma cosa ne sappiamo, noi, che a stento sappiamo gestire i nostri?) .
E ci dimentichiamo di noi così tanto che ignoriamo quanta vita le nostre tasche possono contenere nel momento in cui finalmente iniziamo a vedere.
Finchè ti atteggi sempre e ancora contro questo e quell’altro, issando la bandiera del tuo “essere diverso” o “contrario” , tu hai le viscere invischiate nella matrix, fino al midollo.
L’energia del nostro sistema solare si muove secondo orbite evolutive molto oltre ciò che al nostro occhio umano appare, perciò osservare con attenzione la realtà fenomenica è la chiave per evitare di interpretare la dualità e lasciarsi invece attraversare.
Se affini lo sguardo, c’è sempre un messaggio servito per il ricercatore scaltro.
Perciò, bando alle polemiche, alle fazioni , ai ragionamenti a priori, come possiamo piegare all’osservazione delle nostre dinamiche interiori ciò che ci circonda anche quando proviene da social media, manifestazioni televisive, rotocalchi?
Al di là dei soliti giudizi appartenenti “alla forma”, nella sostanza c’è invece che ieri una nota infuencer, leggendo pubblicamente una lettera alla alla bambina, ha contribuito enormemente a porre l’attenzione sul tema del bambino interiore.
Un tema a me infinitamente caro, attorno a cui da anni ruotano progetti, seminari e proprio recentemente un retreat e due workshop.
Dunque, spogliando ogni personaggio dalla forma, dall’abito, dal nome e dall’identità mediatica, proviamo invece a scovare la perla, magari ringraziando per aver prestato voce ( con tanto di visibilità in mondo visione) a tutte coloro che hanno a lungo soffocato la verità di chi SONO , oltre le paure che hanno taciuto, i giudizi che hanno represso e le qualità sentenziate come “difetto”.
Io ho ricordato anni di lettere scritte alla mia bambina interiore, molte delle quali sono sparse qui sui miei canali di lavoro e che mi hanno ispirato a lanciare questa iniziativa:
- credo nell’infinito potere terapeutico della scrittura perciò sarebbe meraviglioso che ciascuna di noi scrivesse alla sua piccola bambina le parole, le scuse, le riflessioni e i pensieri che non ha mai osato ma è ora che quel diritto ad esprimere la sua essenza venga finalmente rivendicato.
Ci state?
Scriviamo ciascuna la sua lettera al tal punto da farla diventare un’abitudine: come insegna tanta parte di psicologia, la scrittura è una forma di auto- terapia perchè ci dona la possibilità di registrare su carta stati d’animo e prendere consapevolezza di quante risorse inesplorate si muovono dentro di noi.